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MEDICINA all’Università della Calabria? Giammai, hanno tuonato da Catanzaro. E non appena è stato ufficializzato il protocollo tra la Regione Calabria e l’università de “La Sapienza” di Roma per l’attivazione di trenta posti nei corsi di laurea per le professioni sanitarie la polemica è esplosa all’istante. Gli uni (i consiglieri comunali di Catanzaro) impegnati a difendere l’università “Magna Grecia”, gli altri (i colleghi di Cosenza, anzi di Rende) pronti a difendere Arcavacata da «polemiche di campanile». “Identità universitaria”, movimento di Catanzaro, ha organizzato anche un sit-in all’interno della “Magna Grecia” per invitare ad abbassare i toni ma per dire anche che un duplicato di Medicina «non sarebbe servito».

Quasi una rinnovata guerra tra atenei, a dieci anni e poco più di distanza dalla contesa per Giurisprudenza, scoppiata tanto in fretta da non lasciare il tempo di studiare la tanta contestata convenzione. Ebbene, il dato che emerge dalla lettura del protocollo approvato dalla giunta regionale lo scorso 1 giugno e poi trasmesso a “La Sapienza” è che l’Unical non c’entra nulla. Non è menzionata, non concorrerà ai corsi, non avrà alcun ruolo almeno al momento. Anche Sebastiano Andò, preside della facoltà di Farmacia dell’Unical e tenace sostenitore dell’apertura di Medicina ad Arcavacata, conferma che l’interesse e l’attenzione ci sono stati, certi, ma come «comunità accademica» più in generale.

I corsi di studio, che secondo il protocollo saranno delocalizzati a Cosenza, manterranno come sede universitaria l’ateneo romano e saranno due: Infermieristica pediatrica e Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro. Venti posti per l’uno e 10 per l’altro, con “La Sapienza” che deciderà quanti studenti destinati a Cosenza. Nella città bruzia avranno sede attività didattiche e di tirocinio, che saranno svolte presso le strutture dell’Asp di Cosenza e del’azienda ospedaliera. “La Sapienza” assicurerà la copertura degli insegnamenti con i propri professori, affiancati da docenti del sistema sanitario regionale nominati dal rettore su un elenco messo su dal direttore generale dell’Asp. 

 

 

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