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Arriva puntuale la replica della Cgil alla parole pronunciate dal segretario nazionale del Sul Antonio Pronestì, che secondo il segretario comprensoriale della Cgil e del segretario regionale della Filt Nino Costantino «sono socialmente pericolose».
«E’ davvero inaudito – replicano Calogero e Costantino – bollare gesti chiari di stampo terroristico e ‘ndranghitistico come azioni superficiali. Ci chiediamo cosa debba esserci di ancor più grave d’ auspicare , con riferimenti specifici alla Cgil , la morte di dirigenti sindacali utilizzando la drammatica immagine del corpo di Guido Rossa e una serie completa di munizioni? E’ forse per lui cosa consueta inneggiare al terrorismo, utilizzando gli stessi mezzi della ‘ ndrangheta per incutere timore con invio “virtuale” di proiettili? Di questo si occuperà la Magistratura alla quale, nel rispetto dello stato di diritto, ci siamo rivolti. Alla stessa Magistratura faremo anche attenzionare le “congetture” contenute in queste ultime dichiarazioni giornalistiche. La Cgil guarda, ogni giorno, dentro di sé e, quando è accaduto qualche episodio riferito comunque al comportamento del singolo e mai all’organizzazione, non ha esitato ad espellere i responsabili ; altro che prendere le distanze. In tali circostanze abbiamo immediatamente rimosso interi gruppi dirigenti. La nostra è la storia di un organizzazione che si costituisce parte civile nei processi di mafia e di ‘ndrangheta. Un Sindacato, la Cgil che collabora ad ogni livello con le forze di polizia e la magistratura».
Parole pesanti come macigni quella della Cgil che insiste: «Siamo sempre impegnati a contrastare direttamente la mafia e chi sta nell’ombra, avendo scelto di stare, con una linea di demarcazione netta, dalla parte della legalità e del rispetto delle leggi. Non ci pare, però, che questo gli altri lo facciano sempre con chiarezza. La scelta della legalità, a cui la Cgil dedicherà l’impegno fondamentale con una straordinaria campagna nel 2012, sappiamo bene che costa sacrificio, tanto che nostri importanti dirigenti sindacali, impegnati anche nella tutela dei lavoratori portuali, negli anni scorsi, hanno subito altre minacce ed attentati; ma di questo forse il Sig. Pronestì non ne ha memoria. Crediamo, inoltre, che senza una scelta netta sui comportamenti e sull’agire non si possa mai aiutare un processo unitario di sostegno alla vertenza. E’, infatti, gravemente strumentale il comportamento di un sindacato che non ha saputo offrire soluzioni alternative e che non vuole rispettare l’esito democratico di un referendum che ha dato forza ad un accordo di cassa integrazione che è servito a scongiurare centinaia di licenziamenti. E’ facile scaricare sugli altri le difficoltà di una crisi senza precedenti che mette in gioco il futuro del lavoro e di centinaia di famiglie, oltre all’economia di un intero territorio. L’unità non è uno slogan, parte da scelte serie e condivise . Sicuramente è più facile non assumersi alcuna responsabilità: Troppo comodo! Noi lavoriamo – chiudono Calogero e Costantino – per il rilancio del porto, per la salvaguardia del lavoro, dell’economia della Calabria e del territorio».
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