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Il rumeno Iosif Kiss, di 29 anni, residente a Milano, è stato ritenuto responsabile degli abusi sessuali subiti nel giugno del 2005 da suor T., la religiosa, all’epoca dei fatto in servizio presso l’Oasi Francescana di Cosenza, che denunciò padre Fedele Bisceglia e Antonio Gaudio, lo scorso 6 luglio condannati in primo grado a pene severissime (sei anni e tre mesi per il primo, sei anni e tre mesi per il secondo). Nei giorni scorsi il gip Francesco Luigi Branda ha infatti ordinato alla Procura di Cosenza l’imputazione coatta. Stessa cosa fece i primi di dicembre, relativamente alla posizione del connazionale Marcel Falub, di 34 anni, agli atti irreperibile. Il procuratore aggiunto Domenico Airoma aveva invece chiesto l’archiviazione sia in merito alla posizione di Kiss che di Falub, entrambi difesi dall’avvocato Mariarosaria Bugliari, del foro di Cosenza. Per Airoma non aveva valore probatorio il riconoscimento fotografico effettuato dalla suora. Di diverso avviso è stato il gip, che ha così ordinato ad Airoma di formalizzare, entro dieci giorni, l’atto di accusa e di chiedere il rinvio a giudizio dei due indagati, accusati di violenza sessuale di gruppo. La violenza in questione non ha nulla a che vedere con quelle contestate a padre Fedele e a Gaudio, anche se il periodo è lo stesso. I fatti contestati, denunciati dalla suora, sono infatti del 25 giugno del 2005.
Nello specifico Falub e Kiss sono accusati di aver partecipato alla violenza insieme ad altre due persone, di nazionalità italiana, ancora non identificate. Suor T. quel 25 giugno sarebbe stata fatta salire su un’auto e quindi condotta in un luogo appartato, alle porte della città. Lì sarebbe stata tenuta con forza e costretta a subire violenza carnale da uno dei due italiani. Ruolo dei rumeni sarebbe stato quello di tenere ferma la religiosa durante l’abuso. Di tale violenza suor T. parlò con il pubblico ministero Claudio Curreli (ora in servizio a Pistoia) durante le indagini preliminari aperte a carico di padre Fedele e del suo segretario: «Con riferimento all’episodio subito il 25 giugno del 2005 – disse al pubblico ministero – sono certa della data in quanto era il sabato precedente alla nostra partenza da Cosenza». Riferendosi al suo violentatore italiano aggiunse che era la stessa persona che il 22 ottobre 2005 la minacciò, “invitandola” a ritirare la denuncia che aveva presentato contro il frate e il segretario. La violenza, sempre secondo il racconto della suora, si consumò tra Donnici e Piano Lago: «Il mio violentatore – disse al pm in fase di denuncia – indossava il preservativo». Su questa vicenda fu così aperta una seconda indagine, col fascicolo gestito direttamente dal procuratore aggiunto Airoma. All’identificazione dei due rumeni si è giunti attraverso un riconoscimento fotografico. Entro metà gennaio sarà fissata l’udienza preliminare, col gup che sarà chiamato a decidere se rinviare a giudizio i due nuovi imputati.
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