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POTENZA – Se è veramente ora di stringere la cinghia speriamo che il messaggio arrivi forte e chiaro anche alla nostra Regione che, in fatto di sprechi, non è così virtuosa. La seconda legislatura della giunta De Filippo è cominciata con un forte monito alla riduzione dei costi della politica. Un impegno che si è tradotto in qualche atto concreto, ma che, per essere realmente rispettato, avrebbe bisogno di interventi molto più incisivi.
Di una bella sforbiciata avrebbe bisogno a esempio l’esercito di consulenti e collaboratori reclutati a Palazzo. Un elenco infinito di nomi, con una sfilza di numeri e incarichi da far venire la pelle d’oca, è quello relativo alla giunta. A guardarlo, la tentazione immediata è quella di mettersi a contare. La domanda sorge spontanea: ma quanti sono i soldi che la Regione spende per pagare tutti questi consulenti?
Il conto è complicatissimo, perché oltre alla corposità della lista, bisogna calcolare che, per ciascuna consulenza, il costo complessivo è pari alla retribuzione mensile moltiplicata per la durata dell’incarico. Noi ci abbiamo provato, la cifra che è venuta fuori – migliaia di euro più, migliaia di euro meno – è di più di 13 milioni: a tanto ammontano le consulenze attivate nel 2010.
Va detto che non tutte terminano nell’anno di riferimento, molte vengono spalmate su più di qualche anno. Ma diciamo che, nel 2010, la Regione ha assunto un impegno di spesa per consulenti pari appunto a 13 milioni. E qui l’altra considerazione altrettanto spontanea: ma la Regione non è tra le più grandi fabbriche lucane (in termini di occupazione, s’intende)? Negli uffici della giunta regionale sono quasi 900 i lavoratori dipendenti. Immaginate quanto pesi la spesa per il personale dipendente sui bilanci dell’ente.
Per alcuni tanto personale è addirittura eccessivo. Non per i nostri dirigenti di dipartimento, costretti evidentemente a reclutare all’esterno figure professionali addette a determinate mansioni.
Va detto che il problema in verità esiste. Perché alla giunta regionale i posti vacanti sono ancora 270. Il blocco delle assunzioni impedisce di assumere nuovo personale dipendente. Ma questo ha generato un meccanismo distorto. Mancando una programmazione centrale delle risorse umane ogni dipartimento procede per conto proprio e spesso in maniera discrezionale.
A volte, rivolgendosi all’esterno anche per affidare mansioni che potrebbero essere affidate all’interno, mortificando così le professionalità dei dipendenti. I continui richiami, della Corte dei Conti, a ridurre il numero di consulenze, collaborazioni e incarichi all’interno delle pubbliche amministrazioni non sembrano sortito gli effetti sperati.
E così intorno all’elefantiaca struttura della Regione si sviluppa un indotto con dimensioni di tutto rispetto, tanto da far concorrenza ai poli industriali. Ma chi sono questi consulenti esterni e di cosa si occupano? E soprattutto chi li paga? A guardare l’elenco delle consulenze attivate nell’anno del 2010 si nota, tra le voci più ricorrenti, quelle relative al Piano operativo per il fondo europeo di sviluppo regionale, al piano operativo regionale, al piano di sviluppo rurale: insomma tutti quegli strumenti coperti da fondi europei. “Assistenza tecnica”, “Assistenza di vigilanza”, o cose di questo tipo. Per importi che vanno, per tutto il periodo di durata della convenzione, per lo più, dai 22.000 euro minimi ai 60.000. Ci sono poi i “super” consulenti con retribuzione mensile da 4.000 euro, i cui contratti durano 4 0 5 anni. Coloro che si occupano di assistenza e Po Fesr e Por sono tanti, tantissimi. Costituiscono senza ombra di dubbio la fetta più grande di quei 13 milioni di spesa complessiva. Almeno ora sappiamo meglio come viene utilizzata parte dei fondi europei.
Le risorse comunitarie sono servite a pagare anche tutte le consulenze attivate nell’ambito del progetto “Natura 2000”. Se state pensando “ma cos’è questo progetto?”, sappiate che ce lo siamo chiesti anche noi. Eppure è un’ignoranza imperdonabile visto che , solo nel 2009 le consulenze attivate sono state all’incirca 160. Per importi sicuramente non eccessivi, che in genere in media non superano i 20.000 euro, ma che moltiplicati per il numero delle convenzioni danno una somma di tutto rispetto. Sì perché per attuare questo programma finalizzato alla biodiveristà (che è questione importantissima, ma non sicuramente vitale per la Regione) è stato necessario istituire una cabina di regia, quindi reclutare i componenti, individuare esperti per la redazione delle misure di tutela e conservazione, rilevare i dati, assicurare assistenza tecnica e così via. In pratica tanti contrattini, a tempo determinato, da distribuire qua e là. La copertura della spesa, anche in questo caso, è assicurata sempre dalla risorse comunitarie.
«L’ambiente è un valore da preservare e tutelare, che può generare opportunità per il territorio lucano, favorire lo sviluppo sostenibile attraverso l’integrazione della gestione delle risorse naturali con le attività economiche e le esigenze sociali e culturali delle popolazioni che vivono al loro interno». Così l’allora l’assessore al ramo Vincenzo Santochirico presentava il progetto. E diciamo che di opportunità a qualcuno ne ha date. Speriamo almeno che “Natura 2000” – con un tale schieramento di forze – di risultati tangibili ne abbia prodotti davvero.
Del resto l’ambiente sembra essere davvero una priorità per questa regione che ha inteso attivare altre convenzione da 66.000 euro l’una per l’osservatorio regionale degli habitat naturali e le popolazioni faunistiche e venatorie. Tra le voci “simpatiche” c’è anche la consulenza specialistica per il supporto delle attività amministrative connesse alla partecipazione alla conferenza Presidenti-Stato- Regioni e conferenza unificati. Costo totale: 96.000 euro. C’è anche una collaborazione non meglio specificata: l’osservatorio Opt per beni servizi e tecnologie retribuito con 27.000 euro all’anno. E poi chi più ne ha, più ne metta. I dipartimenti individuano le necessità, proprogono gli incarichi e li sottopongono alla giunta. Per verità di cronaca va detto che almeno la pubblicità è garantita visto che tutte le collaborazioni sono consultabili sul sito della Regione. A noi non rimane che restare a guardare.
Mariateresa Labanca
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