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Centoquaranta dipendenti e amministratori – tra i quali cinque direttori generali e tre commissari straordinari – dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, sono stati denunciati dalla Guardia di finanza alla Corte dei conti per un danno erariale quantificato in 12 milioni di euro.
L’inchiesta, denominata “Alpi Catanzaresi” e condotta dal nucleo di polizia tributaria, è stata avviata per verificare se, nel periodo 1 gennaio 2004-31 dicembre 2009, siano state poste in essere, da parte dell’Asp, eventuali irregolarità nella gestione delle attività libero professionale intramurarie (in sigla Alpi) esercitata in forma esclusiva dai medici dipendenti all’interno delle strutture sanitarie dell’azienda.
Dalle indagini è emerso che alcuni medici, disattendendo le normative in materia, pur non potendo esercitare l’attività all’interno di strutture sanitarie private accreditate l’hanno di fatto esercitata. I finanzieri, nell’ambito dell’indagine, hanno rilevato la mancata istituzione del centro unico di prenotazione per l’attività intramuraria con la possibilità di una gestione illegittima, ovvero in prima persona ed autonomamente, di prenotazione e riscossione delle tariffe; l’inosservanza dell’ obbligo di istituire una contabilità separata per l’Alpi, che ha comportato l’impossibilità di assicurare l’equilibrio tra costi e ricavi e l’assenza di controlli da parte degli organismi (non creati o inefficienti) sugli orari e sui luoghi previsti per svolgere l’attività intramuraria assieme al rispetto della disciplina delle incompatibilità delle prestazioni che ha consentito a 115 medici di esercitare, benchè privi delle previste autorizzazioni, sia la libera professione intramuraria, che l’attività libero-professionale autonoma.
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