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La prima Commissione «Affari istituzionali e Affari generali» del Consiglio regionale ha approvato l’Ufficio del garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. L’organismo consiliare, presieduto da Giuseppe Caputo, ha approvato all’unanimità la proposta di iniziativa della Giunta regionale che prevede l’istituzione di un’Autorità super partes a tutela dell’imparzialità a tutela del buon andamento della Pubblica amministrazione anche in ambito carcerario.
Un clima costruttivo, secondo quanto riferisce un comunicato, ha caratterizzato l’esame degli 11 articoli di cui consta la proposta che è stata corredata, nel corso dei lavori, da alcuni emendamenti.
Soddisfazione è stata espressa dal presidente Caputo, secondo il quale «si conclude, finalmente, un percorso che ci ha visti impegnati in più momenti. Si tratta di un provvedimento dal forte impatto sociale che amplia la garanzia del diritto di cittadinanza anche nella complessa realtà carceraria con l’obiettivo di facilitare il reinserimento dei detenuti. Con l’istituzione di questa figura di mediatore, chiamato a intervenire per migliorare una serie di interventi posti in essere dagli Istituti di pena si offre uno strumento fondamentale che investe tutte le componenti sociali e istituzionali per la tutela della persona e la lotta alla criminalità. Con questa iniziativa, che qualifica l’attività dell’intero Consiglio regionale, viene data piena attuazione all’articolo 27 della Costituzione, secondo cui le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato».
«Ma ciò che in particolare mi preme sottolineare – conclude Caputo – è il fatto che la funzione del Garante non si esaurisca all’interno delle strutture di reclusione, per la verifica e la garanzia dell’applicazione dei diritti delle persone, ma si realizzi anche attraverso un’azione di promozione culturale, di analisi e riflessione su dati statistici e ricerche sociali e di formulazione di proposte».

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