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POTENZA – Tirocini formativi ancora una volta nel mirino. Il consigliere regionale del Pdl, Gianni Rosa, infatti, ha presentato un’interrogazione alla giunta regionale in merito alla revoca degli stage nelle pubbliche amministrazioni, sottolineando le incongruenze di quello che definisce un “pasticcio alla lucana”. «Pur conoscendo i vincoli normativi (finanziaria 2008) – sottolinea – si è deciso ugualmente di avviare questo bando farsa». E chiede di conoscere «quanto è costato l’iter in termini organizzativi, di impegno di risorse umane ed economiche e come la Giunta regionale intenda ristornare le spese sostenute dai giovani disoccupati per la presentazione delle domande». Rosa chiede ancora se «le numerosissime domande pervenute abbinate alla normativa nazionale che pone vincoli all’assunzione nelle pubbliche amministrazioni (finanziaria 2008) siano la ragione che ha determinato la revoca del programma dei ‘Tirocini formativi’». Il consigliere ricorda che nel 2009, in prossimità delle imminenti elezioni europee ed amministrative del 4/7 giugno, la giunta regionale con la delibera n. 911 del 19 maggio decise un ennesimo provvedimento, teso al sostegno all’occupazione, che prevedeva 1.000 tirocini formativi da svolgere nei vari uffici ed enti della pubblica amministrazione. Già allora fu classificato come una trovata elettorale che doveva far illudere migliaia di giovani disoccupati alla ricerca di lavoro, oltre ai dubbi normativi che avrebbe creato un altro esercito di giovani precari alle fine del periodo di tirocinio. «A quel bando – ricorda ancora Rosa – risposero circa tredici mila giovani lucani, tanti come era da immaginarsi, considerato la cronica mancanza di lavoro in Basilicata. Gli amministratori di viale Verrastro non si aspettavano tutto questo successo, tanto è vero che nella delibera numero 244 del 23 febbraio 2011, che revoca definitivamente il programma, si rileva che le troppe domande potevano comportare un elevato rischio di contenzioso e un aggravio del procedimento amministrativo con conseguente onere economico per l’ente». E attacca: «Due anni di presa in giro a tredici mila giovani lucani – prosegue – che chiedevano solo una possibilità, un’opportunità di lavoro. Due anni di numerose delibere regionali e di proclami dell’assessore Mastrosimone che il 25 maggio 2010 incontrando una delegazione composta dalle associazioni dei giovani che avevano aderito al bando sosteneva che ‘i tirocini in questione sono uno strumento innovativo e con una grande valenza formativa che nasce sulla base delle buone pratiche elaborate a livello nazionale e delle altre Regioni. Da qui la necessità di sospendere il bando per un breve periodo, in modo da consentire agli uffici regionali di apportare le necessarie correzioni. Tutto ciò non vanificherà gli sforzi fin qui compiuti dalla regione, dagli enti di formazione e dai partecipanti’ e ‘si procederà con la massima tempestività per evitare qualunque procrastinazione che non sia strettamente necessaria’». «Neanche un anno dopo – sottolinea Rosa – proprio il 23 febbraio scorso (altro che tempestività) la Giunta fa marcia indietro, accorgendosi che quel bando cozzava con la normativa nazionale vigente quale la finanziaria 2008». Per Rosa «questa è la Basilicata di De Filippo e di Mastrosimone dove ‘l’unica innovazione che continua’ è inventarsi nuove forme di precariato, di assegni di povertà, di soluzioni tampone che hanno l’unico scopo di avere un controllo sociale sulle categorie deboli quali i giovani disoccupati». «Questa casta di potere – conclude – non ha nessuna intenzione di affrontare la crisi occupazionale, perché un reddito certo rende liberi i cittadini. Liberi di pensare senza gli assilli del futuro e liberi di votare secondo coscienza. Tutto ciò, ai Palazzi di Viale Verrastro non piace».

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