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Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, «da sempre – è detto in un comunicato – tra i più strenui oppositori della attuale legge elettorale, una ‘porcata’ secondo il suo stesso ideatore, il ministro Roberto Calderoli», dopo aver invitato «la società civile a mobilitarsi e scendere in campo, annuncia oggi l’inizio della raccolta delle firme, in Calabria, a sostegno dell’iniziativa, lanciata dalle colonne del Corriere della Sera, di molti studiosi e politici di diversi schieramenti che hanno sottoscritto un appello bipartisan per il ritorno all’uninominale, per ridare un potere di scelta ai cittadini».
«L’iniziativa di Corbelli oggi – si afferma ancora nel comunicato – viene anticipata anche dalle pagine del Corriere della Sera. Il leader di Diritti Civili, che ha comunicato al Comitato promotore l’adesione del Movimento Diritti Civili alla proposta per la modifica della legge elettorale, preannuncia una vera e propria mobilitazione popolare per la raccolta delle firme, che partirà significativamente dalla Calabria, che – afferma – auspico diventi protagonista di questo risveglio civile, di una nuova stagione delle riforme, ad iniziare da questa battaglia di democrazia, libertà, per l’abolizione della legge elettorale-vergogna, per combattere le oligarchie dei partiti che decidono le elezioni di deputati e senatori». «La Calabria – dice ancora Corbelli – oramai ridotta a terra di nessuno, dove l’antistato prevale sullo Stato, una regione devastata dalla ‘ndrangheta, al centro di clamorose inchieste su mafia e politica, che rischiano di travolgere le istituzioni regionali, succube al potere politico-mafioso che inquina le istituzioni e condiziona la vita democratica, deve liberarsi da questo sistema paramafioso, deve reagire, deve essere per questo in prima linea per dire no alla ‘ndrangheta e per sostenere la battaglia di legalità, libertà e democrazia per la cancellazione del Porcellum e il ritorno all’uninominale. Deve essere ridata la parola ai cittadini per scegliere i propri rappresentanti, devono essere eletti parlamentari che abbiano un collegamento diretto con il territorio e che soprattutto siano espressione del voto e della volontà dei cittadini e non invece deputati e senatori nominati e servi dei loro padroni». «Se a decidere la elezioni di deputati e senatori sono quattro cinque leader nazionali – conclude Corbelli – è molto più facile e forte l’eventuale condizionamento mafioso delle scelte. Se invece a decidere chi mandare in Parlamento sono milioni di liberi cittadini, è di fatto assai più difficile, se non impossibile, controllare e condizionare, da parte della criminalità organizzata, l’elezione di deputati e senatori».

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