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di BIAGIO TARASCO
ALL’inizio era via Passarelli, un ghetto notturno che al mattino, spentasi l’eco degli schiamazzi, si presentava con la scalinata della chiesa di Cristo Re ed i marciapiedi stracolmi di bottiglie vuote e rifiuti di ogni genere, segni di notti innaffiate da alcol e vuoto mentale.
Il fenomeno ha scatenato fin dall’inizio le ire e le proteste dei residenti, ampi dibattiti ed incontri in Prefettura e con gli amministratori comunali, ma non è mai stato risolto.
Anzi, con il riconoscimento nel 2001 di Matera città turistica, e la conseguente possibilità per le attività commerciali di restare aperte fino alle tre del mattino, altre zone della città, anche periferiche, sono state invase dallo stesso problema.
Ma la “parte del leone” l’hanno sempre fatta il centro storico ed i Sassi, dove puntualmente si ripete l’identico copione dei controlli fantasma e delle proteste dei residenti cadute nel vuoto. L’ultima pacata voce che si è levata contro è quella di don Vincenzo Di Lecce, giovane parroco della Cattedrale, il quale sul portone della chiesa di Santa Chiara, in via Ridola, ha affisso un volantino con il quale invita «a chi siede sugli scalini della chiesa di non lasciare bicchieri vuoti o con avanzi di bevanda, tovaglioli con avanzi di pizza o solo sporchi, cicche di sigarette», perché «Gesù che abita qui ha fame e sete, ma di anime non di rifiuti».
Alcuni giorni fa don Vincenzo ha invitato il sindaco Salvatore Adduce a rendersi conto direttamente dei segni dell’incuria presenti al mattino in piazza San Francesco, via Ridola e piazza Sedile.
«Non è più possibile – ha detto don Vincenzo – tollerare tutte le mattine questo scempio, soprattutto davanti alle chiese. Fra l’altro, in questo modo diamo ai turisti l’immagine di una città sporca. Sabato scorso la scalinata di San Francesco d’Assisi è stata ripulita alle dieci. Solo allora sono stati rimossi cartacce, bottiglie vuote, pezzi di pizza e vassoi di cartone, lasciati la sera prima da ragazzi e adulti. Ho chiesto ad Adduce di fare installare un maggior numero di contenitori per i rifiuti, ma se manca il senso civico non serviranno a niente, visto che molti non usano neanche quelli che ci sono». Intanto alcune settimane fa il sindaco ha emanato un’ordinanza per limitare l’uso all’esterno di alcolici dopo le 23. Ma i controlli per il rispetto dell’ordinanza sono insufficienti. La polizia municipale, tranne rare eccezioni, è in servizio, così come trent’anni fa, fino alle 22, a differenza di quello che avviene in altre città turistiche, che si animano proprio dopo quell’ora. «Fino alle ore 23 – ha aggiunto don Vincenzo – le scale di San Francesco sono pulite. Se la mattina vi trovo bottiglie vuote di birra vuol dire che l’ordinanza del sindaco non viene per niente rispettata. Anche le macchine spadroneggiano impunemente. La notte ogni angolo del centro, perfino piazzetta Eleonora Bracco, è completamente invaso da auto parcheggiate alla meglio. I vigili urbani dovrebbero essere in servizio per controllare e, eventualmente, multare. Le multe servono per educare ad un maggiore senso civico». Don Vincenzo non si dà per vinto e continua la sua battaglia solitaria. «L’estate prossima -ha spiegato- nella chiesa di San Francesco ogni sera, dopo la mezzanotte, terrò l’Esposizione del Santissimo. La chiesa così resterà aperta ed inviterò chiunque, soprattutto i giovani, alla preghiera. Penso che possa essere un modo per far capire a tutti di trovarsi davanti ad un luogo sacro che va rispettato e non va riempito di rifiuti». Un gesto, quello di don Vincenzo, con il quale cerca di arginare un malcostume che, come scritto sopra, ha preso piede in molte zone di Matera, candidata a Capitale europea della cultura 2019, un titolo difficile da conquistare se la città si presenta con il collaudato e sempre vivo modello culturale “via Passarelli”, che ha fatto scuola e si è imposto negli ultimi anni.
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