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VENOSA – Ha resistito per tre giorni stesa per terra nel bagno della sua casa, al terzo piano di un condominio di fronte alla scuola media “Luigi La Vista” (all’angolo tra via Lazio e via Appia), aspettando un aiuto per rialzarsi.
Grazie alla segnalazione dei vicini di casa, preoccupati per l’assordante silenzio e la mancanza di qualsiasi cenno di movimento, è scattato l’intervento che ha salvato la vita a un’anziana signora, ultraottantenne, caduta a terra o per improvviso malore o perché scivolata sul pavimento. E, così, ancora una volta Venosa si dimostra “Città della solidarietà”.
Una sensibilità e un’attenzione verso l’altro che affonda le radici in una storia bimillenaria e che si manifesta in azioni concrete e operative. Una solidarietà, partita dai cittadini, dirimpettai e condomini, che hanno segnalato le loro preoccupazioni alle istituzioni, subito attivatesi per far luce sulla situazione e predisporre gli interventi del caso.
Immediato l’intervento dei vigili urbani e dei carabinieri che si sono recati sul posto per verificare le cause del lungo silenzio della ultraottantenne, che viveva sola. La notizia è arrivata anche al sindaco, Bruno Tamburriello, e al vicesindaco, Pierino Visaggio, che è anche medico di medicina generale, che hanno raggiunto i primi soccorritori. Risultati inutili i ripetuti tentativi di farsi aprire dall’interno bussando alla porta, sono stati coinvolti i servizi di emergenza: i vigili del fuoco, per entrare in casa, e l’ambulanza del 118, per gli interventi sanitari. Nel frattempo si cercavano informazioni su abitudini e comportamenti dell’anziana signora per avanzare ipotesi sui motivi del suo lungo silenzio. Veniva anche contattato il figlio, residente a Torino per chiedere informazioni su eventuali spostamenti della madre. Venivano richieste anche informazioni all’ospedale San Francesco di Venosa per verificare la possibilità di un eventuale ricovero. Si studiava il palazzo dall’esterno per cogliere ogni minima informazione sulla vita della nonnina che potesse risultare utile ai soccorritori. Qualcuno faceva notare che le tapparelle erano tutte abbassate, tranne quelle che potevano essere della camera da letto.
In un batter d’occhio la notizia si è diffusa per Venosa, facendo mobilitare tantissime persone che si sono recate sul posto per seguire da vicino l’evolversi della situazione. Insomma, la comunità si è allertata e partecipava all’evento imprevisto. L’arrivo dei vigili del fuoco è stato salutato con sollievo da parte di tutti. Fatte “al volo” le tre rampe di scale e aperta finalmente la porta, ai soccorritori si è presentata una visione raccapricciante: l’anziana signora era in condizioni difficili, stesa a terra esanime e priva di conoscenza nel bagno, con un ematoma all’occhio sinistro. Il medico del 118 rilevava valori “confortanti” sul suo stato di salute ed riscontrava “solo” una forte disidratazione. Di qui la decisione dell’immediato ricovero in ospedale per le cure del caso, che riportava tranquillità tra vigili urbani, carabinieri, amministratori e cittadini.
La vicenda dimostra lo stato di buona salute della comunità venosina, che dimostra di avere in sé gli anticorpi per combattere l’indifferenza verso l’emarginazione e la solitudine. E’ inoltre una bella storia che dimostra la capacità delle istituzioni locali di dialogare tra di loro, muovendosi a rete, realizzando sinergia e facendo sistema. Infine, dimostra l’utilità di un servizio di Teleassistenza, che è stato presentato dall’amministrazione comunale nella mattinata di ieri e che, appunto, si rivolge alle persone a rischio emarginazione-isolamento. In caso di necessità, basta premere un pulsante su un apparecchio di emergenza, dotato anche di telecomando tascabile, per attivare una rete di telefonate e segnalazioni in richiesta di aiuto.
Giuseppe Orlando
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