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«E’ un fatto molto brutto vedere che a Reggio Calabria si applauda Giovanni Tegano». Lo ha detto il questore di Reggio Calabria, Carmelo Casabona, circa gli applausi che hanno salutato Giovanni Tegano all’uscita della Questura. «L’arresto di Giovanni Tegano – ha aggiunto Casabona – segna un giorno importante per chi tifa per la legalità. Oggi si chiude un capitolo veramente importante, una pagina oscura e nera per la storia civile di Reggio Calabria. Sono rimasto però esterrefatto perchè circa cinquecento persone hanno salutato con un applauso l’uscita dalla Questura di Giovanni Tegano, e non invece gli uomini e le donne della polizia di Stato che sono riusciti a catturarlo dopo anni e anni di latitanza». Nel corso della conferenza stampa per illustrare i particolari dell’arresto di Tegano, il questore Casabona ha evidenziato che «noi, da parte nostra, continueremo a lavorare anche sul piano culturale perchè è insopportabile vedere che un calabrese possa vivere applaudendo un mafioso. Lavoreremo quindi di più per entrare meglio nel cuore della gente».
È visibilmente rammaricato il procuratore capo della Repubblica, Giuseppe Pignatone, per la vicenda degli applausi rivolti a Tegano. «Sono venuti – ha detto Pignatone – ad applaudire un latitante condannato all’ergastolo, ma c’è sicuramente una stragrande maggioranza di calabresi che non ha voce per mancanza di strumenti o per paura. Voglio ancora una volta dire che manca un’adeguata attenzione da parte degli organi di informazione locali e nazionali che non sempre raccontano i fatti positivi che pur si verificano in questa realtà. Io spero che si arrivi al momento in cui gli applausi saranno rivolti invece agli uomini e alle forze dello Stato». «Voglio dire grazie – ha proseguito il procuratore – in particolare alla Squadra mobile di Reggio Calabria. Tegano era l’ultimo latitante storico della seconda guerra di mafia. Era veramente qualcuno e la controprova l’abbiamo avuta stamane notando tutta quella gente davanti alla Questura. Ho ricevuto stamane la telefonata del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che mi ha autorizzato a rendere pubblico il suo messaggio, con cui il Capo dello Stato ha espresso il proprio apprezzamento che magistrati e forze dell’ordine stanno facendo a Reggio Calabria a tutela della legalità democratica». Tegano, secondo il capo della squadra mobile Renato Cortese, alimentava «quel fascino misterioso e negativo soprattutto in coloro i quali sono venuti oggi ad applaudirlo. Tegano, nel panorama criminale, è senza dubbio un elemento di elevato spessore e ‘di carismà. Da parte nostra c’è stanchezza ma anche soddisfazione ed è un momento in cui ci sentiamo veramente tutti una squadra».
IL PROCURATORE. «E’ stato uno spettacolo che ci auguriamo di non vedere più in avvenire». Il Procuratore della Repubblica del tribunale di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, esprime amarezza per l’applauso fatto al boss Giovanni Tegano, mentre questi usciva in manette dalla Questura per essere tradotto in carcere. «Intanto – aggiunge – non ci sono state scene di giubilo, ma di solidarietà da parte dei familiari che, in quanto tali, appare comprensibile il loro comportamento. Se invece c’erano persone che familiari non sono, allora il gesto assume altri connotati. Riteniamo che lo Stato stia dimostrando con i fatti – arresti, processi, interventi – la sua presenza e noi stiamo operando con estrema serenità e serietà. Speriamo – ha concluso Giuseppe Pignatone – che le tante persone perbene che ci sono a Reggio Calabria prendano coraggio e decidano di far sentire la loro voce e non soltanto quella dei parenti e degli amici dei latitanti»

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