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Operazione questa mattina a Rosarno per l’esecuzione di una trentina di ordinanze di custodia cautelare in carcere. L’accusa a vario titolo contestata agli indagati è di associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina, alla violazione della tutela del lavoro subordinato ed alla truffa ai danni di enti pubblici.
L’indagine ha avuto come punto di partenza la rivolta degli immigrati dello scorso anno con la polizia di Stato che ha cercato di capire il motivo di quella sommossa che risiederebbe nello sfruttamento e nelle condizioni disagiate in cui erano costretti a lavorare gli immigrati. Gli investigatori hanno accertato che alla base delle proteste e degli episodi di violenza vi erano le condizioni di assoluta subordinazione in cui versavano gli immigrati finiti nelle mani di persone che li costringevano a lavorare in condizioni inique. Gli immigrati, inoltre, avrebbero subito anche ripetute minacce. I lavoratori extracomunitari erano costretti, infatti, a lavorare mediamente dalle 12 alle 14 ore al giorno ricevendo un compenso di una decina di euro al giorno. Gli extracomunitari che si ribellavano subivano ritorsioni e minacce. La rivolta di Rosarno, infatti, fu determinata proprio dal ferimento a colpi d’arma da fuoco di due lavoratori extracomunitari.
Nell’ambito dell’operazione sono state sequestrate anche venti aziende e 200 terreni, per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro. Nel corso delle indagini gli investigatori hanno compiuto accertamenti patrimoniali nei confronti degli indagati ed hanno potuto ricostruire la quantità di beni mobili ed immobili ritenuti frutto di illecito arricchimento e, soprattutto, funzionale alla realizzazione delle condizioni di impiego di manodopera in nero. Sono state scoperte anche numerose presunte truffe compiute nei confronti degli enti previdenziali.
Si apprende inoltre che un carabiniere è rimasto ferito, ieri sera, a Rosarno, in seguito ad una rissa. Il militare, intervenuto per sedare i disordini, è stato raggiunto ad una mano da un colpo sparato con una pistola ad aria compressa.

GLI ARRESTATI
Questi sono le persone arrestate nell’ambito dell’operazione ‘Migrantes’ contro il caporalato a Rosarno.
In carcere: Mohammed Fatthani, 30 anni, marocchino, detto Dokkali; Abdelkander Obad, 37 anni, marocchino; Brahim Bakar, 22 anni, marocchino; Snezhana RaKovska, 54 anni, bulgara; Mehdaoui Ben Rhouma Tahar, 36 anni, tunisino; Abuabida Mahemedsias, 39 anni, sudanese; Mohamed Sadraoui, 48 anni, marocchino; Elsalam Wael, 21 anni, egiziano e Aissa Bensid, 40 anni, algerino.
Ai domiciliari: Salvatore Coluccio, 37 anni; Maria Mangano, 31 anni; Sebastiano Mangano, 62 anni; Domenico Rosarno, 67 anni; Biagio Arena, 80 anni; Rocco Bueti, 29 anni; Vincenzo Gerace, 49 anni; Armando Siviglia, 55 anni; Antonio Schiavone, 54 anni; Antonino Logiudice, 44 anni; Giorgio Logiudice, 52 anni; Domenico Antonio Ranieli, 45 anni; Nicola Salvatore Rocco Cuccomarino, 54 anni; Pasquale Giovinazzo, 51 anni; Rocco Gulluni, 53 anni; Girolamo Ruzzo, 40 anni; Antonio Scarpari, 51 anni; Biagio Tramonte, 43 anni; Domenico Paglianiti, 53 anni; Rocco Donato, 32 anni e Biagio Porretta, 27 anni.

LA RIVOLTA DI ROSARNO
Era il sette gennaio scorso quando due extracomunitari furono feriti a Rosarno con colpi d’arma da fuoco e proprio questo episodio avrebbe scatento la rivolta degli immigrati impegnati nella raccolta degli agrumi nelle campagne della piana di Gioia Tauro. Centinaia di auto distrutte, cassonetti divelti e svuotati sull’asfalto, ringhiere di abitazioni danneggiate. Scene di guerriglia urbana che proseguirono per diversi giorni. Alla protesta degli immigrati ci fu la reazione dei residenti di Rosarno che decisero di scendere in piazza per una controrivolta. Giorni di tensione tra italiani e stranieri che si sono fronteggiati in strada e al termine degli scontri il bilancio è stato di 53 persone rimaste ferite nel corso della guerriglia urbana. Tra i feriti 21 furono immigrati, 14 italiani, 10 agenti di polizia e 8 carabinieri. I circa 2.500 immigrati, sparsi tra Rosarno e paesi limitrofi, vivevano in condizioni disumane in fabbriche abbandonate come quella dell’ex Opera Sila e della ‘Rognettà oppure occupavano casolari abbandonati. Per rifugiarsi avevano realizzato delle capanne di cartone. Dopo la rivolta ci fu il trasferimento degli immigrati in strutture di accoglienza. 440 stranieri furono portati nel Cpa di Crotone e 269 in quello di Bari. A questi si aggiunsero altre centinaia di immigrati che si sono allontanarono da Rosarno con mezzi propri.

118983- Photogallery – Immigrati in rivolta a Rosarno

119889- Photogallery – Rosarno, sgomberato l’ex deposito di Rognetta

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