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Dopo quasi dua gioni dalla chiusura delle urne, in Calabria è ancora il caos e i dati delle elezioni regionali non sono ancora quelli ufficiali. All’origine ci sarebbe un errore nell’applicazione della legge elettorale e delle discrepanze nel computo dei voti in alcune sezioni del Cosentino.
Intanto mentre gli eletti festeggiano, alcuni degli esclusi annunciano ricorso. Tra questi l’uscente Maurizio Feraudo che ha presentato formale istanza alla Corte d’appello di Catanzaro per chiedere l’applicazione della legge «nella parte che riguarda l’assegnazione dei seggi con il sistema maggioritario da ripartirsi tra gruppi di liste provinciali non collegati alla lista regionale del presidente eletto».
Se i dati ufficiosi dovrebbero essere confermati le new entry in consiglio saranno 22 su un totale di 50 eletti. Un rinnovamento possibile principalmente grazie alla scelta dei due candidati presidenti di fare liste escludendo i consiglieri uscenti. Unica eccezione Salvatore Magarò, che già nel 2005 era stato eletto nel listino di Loiero.
Tra i nuovi volti della politica calabrese due esponenti che provengono dal settore della sanità e che sono stati eletti nella lista Autonomia e diritti. Vincenzo Ciconte, già direttore generale del Pugliese Ciaccio di Catanzaro, e Rosario Mirabelli, medico del lavoro presso il distretto sanitario di Rende. Sempre nella setssa lista eletti anche l’ex segretario provinciale dei Ds, Mario Franchino, e Franco Curcio, cognato del presidente Loiero.
Tra le fila del Pd invece nessun grande rinnovamento. Uniche facce nuove nel Pd sono quelle del sindaco di Crotone, Peppino Vallone, di Antonio Scalzo, direttore dell’Arpacal, e del segretario regionale Carlo Guccione. Questi tre siederanno in consiglio accanto agli uscenti gerarchi del partito nuovamente riconfermati, come Nicola Adamo, Peppe Bova, Sandro Principe, Demetrio Battaglia, Francesco Sulla, Bruno Censore e Mario Maiolo.
Proprio Maiolo è entrato in Consiglio per il rotto della cuffia, superando di 170 voti il primo dei non eletti Domenico Bevacqua, vicepresidente della Provincia di Cosenza.
Anche Idv contribuisce al rinnovamento portando a Palazzo Campanella Emilio De Masi, medico ex vicepresidente della Provincia di Crotone, e Giuseppe Giordano, presidente del consiglio provinciale a Reggio.
Nel centrodestra un buon innesto di energie nuove c’è stato, grazie anche all’ exploit elettorale della lista del presidente Scopelliti, nella quale sono stati eletti Piercarlo Chiappetta, già consigliere provinciale dell’Udc a Cosenza; Claudio Parente, uno dei più importanti imprenditori della sanità calabrese; Giovanni Bilardi, alle regionali nel 2005 candidato della Margherita, assessore ai fondi Ue del Comune di Reggio dal 2007; Candeloro Imbalzano, ex socialista con Zavettieri e dal 2001 assessore comunale a Reggio; Francesco Pugliano, veterinario dell’Asp di Crotone, assessore provinciale nella giunta di centrosinistra Iritale.
Solo due invece le facce nuove nell’Udc, Alfonso Dattolo, sindaco uscente di Rocca di Neto e assessore provinciale e Gianluca Gallo, giovane sindaco di Cassano Jonio. Dattolo e Gallo si uniscono ai riconfermati Francesco Talarico, segretario regionale, Michele Trematerra, Pasquale Tripodi e Francesco Antonio Stillitani.
La lista Insieme per la Calabria ha confermato Giulio Serra e Antonio Rappoccio, consigliere comunale a Reggio.
Infine il Pdl, che conferma gli uscenti Franco Morelli, Giovanni Nucera Alessandro Nicolò, Salvatore Pacenza, Domenico Tallini (nel 2005 eletto nel centrosinistra), Gianpaolo Chiappetta, Pietro Aiello, nonchè l’inossidabile Giuseppe Gentile che come nel 2005 è ancora il candidato più votato di tutta la regione anche se questa volta con 4000 preferenze in meno. Ma nelle fila del Pdl si vede anche il ritorno in consiglio regionale Luigi Fedele, presidente del consiglio regionale fino al 2005 ed Ennio Morrone, eletto nel 2005 nel centrosinistra.
Le novità invece sono Fausto Orsomarso, proveniente dalle file dei giovani di An, Santi Zappalà, sindaco di Bagnara ed ex Mpa, Antonio Caridi (assessore comunale a Reggio ed ex Udc), Giuseppe Caputo e Nazzareno Salerno.
Tra i bocciati eccellenti il già citato Feraudo, ex capogruppo Idv battuto da Talarico, ma anche l’assessore al Turismo uscente, Damiano Guagliardi, e quello all’ ambiente Silvio Greco, e poi ancora il vicepresidente della giunta regionale con delega alla cultura, Domenico Cersosimo. Ma l’ecatombe degli assessori uscenti rimansti fuori dal nuovo consiglio conta anche Michelangelo Tripodi, Demetrio Naccari Carlizzi, Pietro Amato. Molto più amara la sconfitta di Luigi Incarnato, ormai ex titolare dei Lavori Pubblici che, nonostante una buona performance personale, viste le sue 8668 preferenze, resta fuori dal consiglio a causa del quorum che ha fatto fuori la sua lista Socialisti e Sinistra con Vendola.
Facendo un grosso in bocca al lupo a tutti gli eletti non si possono non evidenziare due dati poco positivi, l’assenza di donne nel nuovo consiglio regionale della Calabria e il fatto che ancora una volta il candidato più votato è stato quello che non c’è stato. I dati sull’astensionismo narrano di 787.450 preferenze che nessuno dei candidati è riuscito ad intercettare.
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