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Circa 300 pescatori provenienti da tutta la Calabria, allarmati dalle conseguenze delle notizie sulla presenza di «navi dei veleni» nei mari calabresi hanno manifestato stamani a catanzaro, davanti alla sede dell’assessorato all’agricoltura ed alla pesca.
Alcuni rappresentanti della categoria hanno incontrato l’assessore regionale al ramo, Piero Amato, con il quale è stata concordata una serie di misure di sostegno al comparto: dall’attivazione dei fondi previsti dal «de minimis» alla cassa integrazione.
Il settore della pesca in Calabria, infatti, starebbe subendo un forte calo delle vendite e il fermo di molte imbarcazioni per via dell’allarme scattato intorno al ritrovamento della nave sospetta di Cetraro, che potrebbe contenere rifiuti tossici.
Un allarme che si è esteso a tutta la costa calabrese e che avrebbe portato – secondo i dimostranti – un blocco della pesca con il 70% di media della riduzione delle vendite, che raggiunge anche punte dell’80%. La manifestazione e l’incontro si sono svolti in un clima tutto sommato sereno. La tensione si è limitata ad alcuni aspetti della vicenda, legati soprattutto al riconoscimento di una crisi che colpisce tutto il settore calabrese e non solo quello che opera sul Tirreno. Tra le proposte a cui è stato dato il via libera anche lo studio di una campagna di promozione del prodotto ittico, una volta scongiurata la presenza di rifiuti tossici in mare.
All’incontro hanno preso parte anche alcuni rappresentanti sindacali tra cui il presidente nazionale della Lega pesca, Ettore Ianì; il presidente della Lega pesca Calabria, Salvatore Martillotti; la responsabile di settore per Confcooperative, Katia Stancato.
Soddisfazione è stata espressa al termine della riunione da Ettore Ianì: «Le richieste che abbiamo sottoposto all’assessore sono state tutte accettate, correttamente l’assessore ha detto che convocherà una riunione ristretta e tecnica per produrre in termini pratici e operativi le nostre proposte». Si tratta, è stato evidenziato, di «proposte articolate, alcune di competenza regionale, altre nazionali, altre europee, però non spaventiamoci – ha affermato Ianì – perchè è tutto possibile. Dobbiamo soltanto mettere in moto alcune attività per rendere operative le richieste».
Scendendo nel dettaglio il presidente nazionale ha aggiunto che la prima soluzione è quella «più immediata e tampone, cioè utilizzare il «di minimis», un’attività che travalica l’iter burocratico e che la Comunità europea consente, l’altra è l’attivazione della cassa integrazione». Altro punto positivo è stato quello che ha permesso di avviare a conclusione l’iter per la legge regionale della pesca.
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