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«Questo quanto emerge dai primi rilevamenti della Mare Oceano, la nave, inviata dal Ministero dell’Ambiente, che sta svolgendo gli accertamenti sui fondali del Tirreno. Infatti la morfologia del relitto risulta diversa da quella della Cunski. In particolare è stato rilevato che il cassero della nave affondata si trova nella zona centrale mentre quello della Cunski era a poppa».
Il Ministro Prestigiacomo dunque, ha affermato che il relitto di Cetraro non corrisponderebbe alla Cunsky. «Il Rov, il robot sottomarino – prosegue il Ministro – ha svolto già le misurazioni ed i rilievi fotografici del relitto e le prime analisi ambientali da cui è emerso che fino alla profondità di 300 metri non si rilevano alterazioni della radioattività. Naturalmente questi primi esiti delle ricerche non escludono la possibilità che i fusti contenuti nel relitto possano contenere rifiuti pericolosi o radioattivi e per questo il programma di indagini della «mare Oceano» proseguirà col prelievo di sedimenti dai fondali, di carotaggi in profondità e col prelievo di campioni dai fusti». «Tutte queste operazioni – sottolinea Stefania Prestigiacomo – continueranno in coordinamento con la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e il Reparto Ambientale Marino della Guardia Costiera a disposizione di questo ministero al comando del Capitano di Vascello Federico Crescenzi al quale rivolgo uno speciale plauso».
«L’accertamento che il relitto in fondo al mare non sia il Cunski e il mancato rilevamento di radioattività fino a 400 metri, che, ribadisco, non esclude la possibilità che si tratti in ogni caso di una ‘nave dei velenì – conclude il Ministro – deve indurre alla prudenza ed alla responsabilità quanti fino ad ora hanno procurato, senza avere riscontri attendibili, paura e allarme sociale, con gravissime ripercussioni economiche per la Calabria. L’impegno del governo nella lotta alle ecomafie continua affinchè sia fatta piena luce sui misteri delle ‘navi a perderè, venga appurata la verità e ogni eventuale responsabilità».
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