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Il meridione al centro degli interessi del Paese
di CARMINE VACCARO – segretario regionale della Uil
La visita del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in Basilicata arriva nel pieno di una crisi economica e sociale tra le più gravi della storia della nostra regione.
Una fase di congiuntura negativa che si manifesta con una crescita della disoccupazione, con la chiusura di importanti aziende manifatturiere (Mahle, Daramic, Lasme, solo per citare le più grandi) e con l’accentuarsi del flusso migratorio dei giovani e degli intellettuali verso il Nord del Paese e verso i Paesi esteri. Si tratta di fenomeni che, agendo simultaneamente, rischiano di compromettere una ripresa (che molti addetti ai lavori professano di scorgere, ma che soprattutto la gente del Sud non avverte) e che vanno contrastati. Come ricordava lo stesso Presidente, nel suo discorso di insediamento dinnanzi alle Camere riunite nel maggio del 2007, “Il lavoro è il fondamento della nostra Repubblica e solo rimettendolo al centro di tutte le politiche pubbliche sarà possibile assicuralo a tutti”. Ma il lavoro va difeso e portato soprattutto là dove manca o è più precario intensificando gli investimenti e facendo fino in fondo i conti con la modernizzazione della società, un impegno a cui la UIL non intende sottrarsi. La visita del Presidente Napolitano, pertanto, rappresenta una straordinaria occasione per richiamare l’attenzione di tutti sulla necessità di riportare al centro degli interessi nazionali il Mezzogiorno, perché è qui che si giocano le maggiori occasioni di crescita del Paese. La ritrovata centralità del Mediterraneo, infatti, che diventa “piattaforma logistica degli scambi tra l’Oriente l’Occidente”, può diventare un moltiplicatore di opportunità per una Nazione, che, recuperando il senso dell’unità e della coesione, sostenga le famiglie che, come il Capo dello Stato ha sottolineato più volte, ” rappresentano la più grande ricchezza del Paese”. Perciò ci preoccupano i tagli che si stanno facendo al sistema dell’istruzione, della formazione e della ricerca che, solo in Basilicata, quest’anno, hanno prodotto oltre mille posti di lavoro in meno in particolar modo nel sistema scolastico. Al Presidente chiederemo di farsi interprete delle ragioni di una regione come la Basilicata che tante risorse ( soprattutto energetiche ed idriche) mette a disposizione della comunità nazionale ricevendo a volte in cambio una strisciante e pericolosa emarginazione. La Basilicata non può temere la sfida del federalismo fiscale, ma nemmeno può accettare una degenerazione secessionista che nulla a che fare con lo spirito dì integrazione europeista e col rispetto dell’identità nazionale. La Basilicata non vuole elemosina e nemmeno politiche assistenziali, ma risorse ed investimenti in linea con quelli goduti dalle altre regioni d’Italia: basterebbero, infatti, piccole operazioni di “selezione finanziaria”, come far pagare le imposte alle aziende nei luoghi dove producono, per dare alla nostra regione una prospettiva concreta. Del resto il Presidente Napolitano conosce la laboriosità del popolo lucano, la rettitudine morale e la tensione ideale, rappresentata dal sacrificio di tanti suoi uomini e donne, come il capitano Antonio Fortunato, caduto su una strada di Kabul per difendere la democrazia in Afghanistan. Siamo, quindi, onorati di avere tra noi, un Uomo che nel corso della sua intera esistenza ha testimoniato questi valori.
Lavoro e diritti le nostre priorità
di ANTONIO PEPE – segretario regionale della Cgil
L’imminente visita in Basilicata del Presidente della Repubblica assume un grande significato politico in quanto la Basilicata ed il mezzogiorno vengono continuamente ignorati ed i cittadini umiliati dalle politiche del Governo in carica.L’avvenimento sarà l’occasione per far conoscere all’intero paese la situazione occupazionale e produttiva in cui versa la Basilicata, e più in generale il mezzogiorno, e per ribadire l’unità sostanziale del paese, sotto continuo attacco della cultura corporativa delle forze politiche di maggioranza, che genera diseguaglianze ed abbandono delle aree svantaggiate. La Basilicata ed il mezzogiorno non possono essere condannati a diventare parte residuale del paese. Le loro risorse non possono essere funzionali esclusivamente agli interessi del sistema produttivo del nord, che prima ne ha sfruttato i territori come area di consumo e di assistenzialismo e adesso cerca di trasformarli in discarica di materiali nocivi per la salute dei cittadini.Crediamo che la priorità assoluta siano il lavoro e i suoi diritti, intesi come bisogni primari di libertà’ delle donne e degli uomini della Basilicata e ancor di più dei giovani, oggi costretti ad emigrare e a cui tutte le istituzioni debbono contribuire a garantire una vita dignitosa ed un reddito adeguato.La Basilicata vive in maniera emblematica la questione della mancanza di una rete infrastrutturale moderna, capace di sostenere le potenzialità di sviluppo dei territori, e in questo senso il Governo deve assumere una iniziativa seria e concreta attraverso l’Anas e le Ferrovie dello Stato, recuperando il tempo perduto.Al Presidente della Repubblica chiediamo di continuare con sempre maggiore forza e determinazione a sostenere le ragioni di cittadini e lavoratori che con grande dignità hanno contribuito allo sviluppo dell’intero paese e che oggi vivono con pesante disagio i drammi di fabbriche che chiudono, dalla Lasme di Melfi al polo del salotto, dell’abbandono del sistema scolastico pubblico alla perdita del lavoro per migliaia di precari.
Lucania: radicalizzazione dei difetti ma anche dei pregi del Sud
di NINO FALOTICO – segretario regionale della Cisl
L’imminente visita del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, oltre che un segnale non rituale di attenzione verso la nostra terra, rappresenta una provvidenziale occasione per calamitare l’attenzione delle istituzioni nazionali, del governo e del parlamento in primo luogo, sul caso Basilicata, e riportare in cima all’agenda delle grandi questioni nazionali il tema, per alcuni desueto, del Mezzogiorno. Napolitano, uomo del Sud, intellettuale e politico libero e raffinato, il sincero interprete di una cultura meridionale che, pur assumendone la tensione etica, ambisce a superare i confini, questi sì desueti, del meridionalismo classico e a farsi manifesto culturale di un Mezzogiorno che ha in sè le energie per riprendere la lotta secolare dell’emancipazione economica, sociale e, soprattutto, civile. La Lucania che attraverserà la massima carica dello Stato , il Sud portato alle sue estreme conseguenze: la radicalizzazione dei suoi difetti, ma anche dei suoi pregi. Una terra dove la ricchezza del petrolio produce, per un insolito paradosso della storia, povertà, e dove l’alternativa alla disoccupazione è spesso, la disoccupazione. Ma la Basilicata, sferzata da fenomeni di dimensione planetaria che stanno ridisegnando i confini e le sfere d’influenza geo-economica, anche terra di eccellenze, di giovani cervelli, di creatività, che come un fiume carsico cerca la via che porta in superficie. La Basilicata ha bisogno di lavoro, perchè il lavoro è la trave portante della cittadinanza, e senza lavoro non c’è libertà. La Basilicata ha bisogno di strade, ferrovie, alta velocità, infrastrutture materiali ed immateriali per incamminare lo sviluppo, affinchè Cristo possa procedere oltre Eboli. La visita del presidente Napolitano, garante della Costituzione e dell’unità repubblicana, argine alle avventure pseudo-federaliste di riformatori pasticcioni, è l’occasione per ribadire che la Basilicata non se ne starà con il cappello in mano, perchè non è della compassione e di una manciata di milioni in più che ha bisogno per sedare la fame di lavoro, ma di politiche differenziate in ragione dei suoi bisogni differenziati, e della libertà di essere artefice del proprio destino e di contribuire con le sue energie migliori al rinascimento del Mezzogiorno e dell’Italia unita e solidale.
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