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L’ex vice presidente di Confindustria Calabria ed ex presidente del Crotone calcio, Raffaele Vrenna, è stato assolto per non aver commesso il fatto, dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa al termine del processo d’appello scaturito dall’inchiesta denominata «Puma».
Vrenna, che in primo grado, con il rito abbreviato, era stato condannato a quattro anni di reclusione, si è visto rideterminare la pena in un anno e otto mesi di reclusione per falso e corruzione, ma i giudici d’appello hanno escluso l’aggravante della mafiosità.
Assolto completamente l’ex sindaco dei Ds di Botricello, Giovanni Puccio, che in primo grado era stato condannato a tre anni per concorso esterno e corruzione. Per il primo reato Puccio è stato assolto per non avere commesso il fatto e per il secondo perchè il fatto non sussiste.
Pena ridotta anche per l’ex assessore alla Forestazione della Regione Calabria, Dionisio Gallo, in carica nell’esecutivo di centrodestra della passata legislatura (assolto da alcuni ipotesi di corruzione), la cui condanna è stata ridotta da quattro a due anni di reclusione, e per Giuseppe Puccio, ex assessore alla Provincia di Crotone, del Prc.
Quest’ultimo, condannato a tre anni di reclusione in primo grado, è stato assolto dall’accusa di corruzione e associazione finalizzata al voto di scambio e gli è stata tolta l’aggravante della mafiosità e la pena è stata ridotta a un anno e sei mesi. Vrenna, Gallo e Puccio hanno avuto la sospensione condizionale della pena. Complessivamente, i giudici d’appello hanno confermato due sentenze di primo grado, ne hanno ridotte 12 ed hanno assolto due imputati. L’inchiesta, che era stata condotta dalla Dda di Catanzaro, si riferiva a presunti rapporti tra politici, imprenditori e appartenenti a cosche della ‘ndrangheta del crotonese.
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