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di Alfonso Pecoraro
«SERVIVA UNA scossa per non lasciare nulla di intentato». Anche, quindi, esonerare l’allenatore, dando un segnale forte allo spogliatoio, un segno di disponibilità ulteriore ai calciatori che, di fatto, sono stati gli artefici principali della decisione di “sollevare dall’incarico”, come è scritto in un comunicato stampa della società, Pasquale Arleo. Nonostante 21 punti in 18 partite.
Ha pesato l’ennesima brutta figura esterna (dodicesima sconfitta stagionale), ma anche e soprattutto il lungo giro di telefonate che il proprietario della società ha fatto dal termine della partita e per tutta la lunghezza del viaggio di ritorno verso Potenza.
Sono stati sentiti tutti, a cominciare dal presidente Pellegrino e dal direttore generale, per finire ai singoli atleti.
La decisione maturata è quella di una sfiducia nell’operato dell’allenatore e di un ennesimo tentativo di riaddrizzare una stagione che si sta compiendo nella maniera più negativa possibile. Sicuramente non inimmaginabile.
Adesso il Potenza è di nuovo ultimo (in coabitazione, anche se, come riferiamo a parte, oggi sarebbe ai play out e non retrocesso) e, a tre giornate dalla fine, la palla passa agli atleti che, stando ai ben informati, non in maniera univoca (e questa potrebbe essere la dimostrazione di una poca unità tra loro), si sono espressi drasticamente per l’esonero.
Pasquale Arleo è stato, quindi, sollevato dall’incarico. Postiglione ha lasciato capire di voler attendere al massimo la mattinata di oggi prima di comunicare il nome del successore che guiderà l’allenamento già domani pomeriggio.
«Dopo la vittoria contro il Marcianise – ha detto – non era più nelle nostre intenzioni esonerare l’allenatore e quindi abbiamo lasciato cadere qualche contatto che già avevamo (Marulla era il candidato principale, ndr). Adesso prenderemo una decisione rapida, anche se non mi sento di escludere a priori la soluzione interna, come avvenne l’anno scorso».
Quindi Peppe Catalano, coadiuvato da Andrea Santarsiero (i due salvarono già l’Asc Potenza dai play out in D, nell’anno della penalizzazione per illecito sportivo), potrebbe prendere il timone come accadde dopo l’addio di Arleo, per i fatti di Potenza-Salernitana. Allora mancavano due gare e la coppia Catalano-Falanga andò ad espugnare Perugia. Oggi ne mancano tre (ma si spera diventino cinque) e l’impresa appare ancora più difficile.
Ma l’arco di tempo è relativamente breve per poter pensare a un allenatore nuovo, rodato, da calare in una realtà già di per sè complicata e chiedergli un miracolo.
La sensazione, quindi, è che “i panni sporchi saranno lavati in casa”, con l’adeguato contributo di esperienza e di carisma che sapranno infondere a Catalano sia il patron che il presidente.
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