Tifosi del Cosenza diretti a Pescara (Foto F.R.Spina)
3 minuti per la letturaCOSENZA – Era l’11 maggio scorso, poco più di un mese fa: nel primo turno play off, all’83’, la Sicula Leonzio vinceva al “San Vito-Marulla” per 1-0 contro il Cosenza. Se i siciliani avessero resistito altri 7 minuti, un grande sogno sarebbe rimasto tristemente chiuso a chiave in un cassetto e con doppia mandata, rinviando al futuro e alle sue incertezze le aspirazioni di una città intera, della sua tifoseria e di una squadra che in campionato era stata protagonista di una grande rimonta, senza però riuscire a completare l’opera.
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E invece no, da quel giorno è iniziata un’avventura incredibile, magica e sicuramente inattesa nelle sue evoluzioni. Grazie anche alla mano, ad un certo punto, di simboli che ormai incarnano eternamente la fede per la maglia rossoblù. Da quel giorno, grazie alle reti di Okereke e Baclet, un gruppo di ragazzi agguerriti, guidati da un nocchiero di grande esperienza come Braglia, ha messo in fila partite, avversari e risultati con un cammino trionfale che difficilmente era immaginabile alla vigilia.
IL VIDEO CON I CORI DEI TIFOSI DEL COSENZA A PESCARA
Un delirio incalzante e crescente, in grado di abbattere barriere e chimere, si è impadronito di tutti e ha trascinato tutti direttamente alla finalissima di Pescara, dove stasera i rossoblù proveranno a conquistare quella Serie B che a Cosenza manca esattamente da 15 anni. Il grande giorno, dunque, è arrivato. Circa dieci mila tifosi hanno raggiunto Pescara (A lato la foto dai autobus e macchine).
L’ultimo atto di una stagione comunque strepitosa sta per andare agli archivi; resta solo da decidere come. Ma questo è il duro lavoro che spetta al destino. Corsi e compagni, da parte loro, cercheranno di portarlo dalla propria parte. Esattamente come farà l’avversario contro il quale si incroceranno le armi, ovvero la Robur Siena di Mignani. Non sarà una partita semplice per nessuno, ma questo è fin troppo evidente. Il carico di tensione sarà la discriminante più forte, insieme al dato tecnico e alla condizione psico-fisica dei ventidue (e più) in campo. Nulla sarà come nelle partite precedenti, né per il Cosenza né per il Siena. Nulla si potrà dare per scontato. Nulla è scritto.
E allora non resta che viver e intensamente il giorno più importante per la Cosenza sportiva da 30 anni a questa parte, senza nulla togliere ad altri momenti esaltanti vissuti nel mezzo. Ma come si presenterà il Cosenza al cospetto dei bianconeri toscani? Dal ritiro di Chieti, dove la squadra è rimasta fino a ieri sera, segnalano una situazione generale di serenità. Forse anche di tensione, magari un po’ mascherata, ma comunque una tensione di quelle che possono in un batter d’occhio trasformarsi in fermento, grande intensità e voglia di scrivere una pagina di storia da ricordare. In ogni caso, però, sempre con i piedi per terra.
Ai rossoblù, infatti, stasera non dovranno difettare le due doti che li hanno accompagnati finora, ovvero umiltà e sacrificio, ovvero rispetto per l’avversario, determinazione e grande concentrazione. Braglia ha lavorato su questo negli ultimi giorni, oltre che studiare le caratteristiche degli avversari. Sull’undici iniziale l’impressione è che non ci si discosti né dal modulo né dagli uomini di quella che è diventata la formazione standard.
Camigliano e Palmiero hanno recuperato e probabilmente scenderanno in campo dal primo minuto, ma in ogni caso gli eventuali sostituti non saranno da meno. Consapevoli tutti che vincere l’ultima battaglia significherà aver vinto la guerra.
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