X
<
>

Carmine Giuliano con Diego Maradona

Share
4 minuti per la lettura

Il «book fotografico» di esponenti della famiglia malavitosa di Forcella, in posa con Diego Armando Maradona, ammonterebbe a una settantina di scatti, il primo e più famoso dei quali, fu rinvenuto il 27 febbraio del 1987 in casa dell’allora latitante, Carmine Giuliano, ’o lione. E’ la foto della vasca da bagno a forma di conchiglia. La trovarono gli uomini della Mobile nel corso di una perquisizione domiciliare. 

LE FESTE DI DIEGO

Il clan, all’epoca, era tra i più temibili di Napoli ed esercitava forza e potere anche attraverso l’esibizione di immagini che comprovassero le frequentazioni vip. «Credo che Diego Armando Maradona abbia partecipato a un paio di feste per cerimonie dei miei familiari, se ricordo bene un battesimo e un matrimonio», dichiara al «Quotidiano del Sud», Luigi Giuliano jr, figlio del defunto Nunzio (fratello dell’ex boss, poi passato a collaborare con la giustizia, Luigi, alias ’o rre). 

Nunzio, dissociatosi dall’organizzazione già negli anni Ottanta, fu ucciso nel marzo del 2005, in seguito all’azione di morte di due killer. A distanza di più di 14 anni i sicari non hanno ancora nome né volto. Tornando alle foto, «mi risulta che ce sono molte altre, ricordo quelle che erano esposte in casa di mio zio Carmine quando lui era latitante, di molti scatti si sono perse le tracce», racconta Luigi Giuliano jr. Che illustra le ultime immagini spuntate fuori a distanza di più di 30 anni. La prima, presumibilmente scattata la stessa sera della foto nella vasca a forma di conchiglia, ritrae Diego Armando Maradona (terzo da sinistra) insieme a Raffaele Giuliano, Carmine Giuliano e Ciro Giuliano, detto ’o barone. 

SEDUTO A UN TAVOLO

«La seconda – come rendiconta ancora lo stesso Luigi Giuliano jr – fu scattata in occasione di un banchetto per una cerimonia». Maradona è seduto a un tavolo, mette il braccio intorno alle spalle di un bimbo della famiglia di Forcella. Allo stesso tavolo c’è anche Giuseppe Giuliano (ucciso nel 1998 nel corso della prima faida di Forcella), in piedi alle sue spalle c’è Luigi Giuliano. Si tratta dei fratelli di Pio Vittorio, il capostipite del clan camorristico. Quest’ultimo, infatti, è il padre di Luigi Giuliano, ’o rre. 

Le foto rappresentano una testimonianza importante di quegli anni, racconta una fonte investigativa, che sceglie di restare anonima, al «Quotidiano del Sud». «E il fatto che ritraggano Maradona e che fossero sistemate in bella vista, rappresentava all’epoca anche un biglietto da visita della potenza dell’organizzazione. 

I CONTATTI DI CARMINE

Da quanto è stato ricostruito in quegli anni, i contatti con il campione argentino sarebbero stati presi proprio da Carmine, a causa della sua passione per il calcio, sport che praticava lui stesso», spiega la fonte. Quello fu un periodo indimenticabile per la squadra azzurra, che dal 1987 al 1990 riuscì a mettere in bacheca due scudetti, una Coppa Uefa, una Coppa Italia e una Supercoppa di Lega.  «Quindi – conclude – l’investigatore, poter mostrare fotografie con il calciatore più forte del momento, rappresentava senza ombra di dubbio un messaggio anche nei confronti delle altre organizzazioni, che si trovavano a frequentare la casa dei Giuliano». 

IL BANDITO E IL CAMPIONE

Tale è il peso iconografico delle foto, che uno degli scatti che immortala El Pibe de Oro mentre brinda con Carmine Giuliano, è finito anche su una serie di magliette diffuse da una società che si trova nel Regno Unito (ha sede a Londra). Società che crea e vende in tutto il mondo, la tshirt, che un vecchio investigatore della Mobile di Napoli, definisce del «Bandito e il Campione». E’ bene sottolineare che rispetto a queste fotografie e alle frequentazioni con esponenti del clan di Forcella, Diego Armando Maradona, non è stato mai coinvolto dal punto di vista giudiziario. Più volte si è accostato il nome dell’ex calciatore del Napoli e della Nazionale argentina a componenti della famiglia Giuliano. Il clan fu interessato anche da una indagine avviata in seguito allo scudetto perso dagli azzurri, alla fine del campionato 1987-88. In quel caso si ipotizzò un intervento della camorra per evitare di pagare, in caso della vittoria del terzo titolo da parte del Napoli, vincite che avrebbero fatto saltare il banco del «toto nero» imbastito dalla compagine di Forcella.  Tutto si perse tra voci e «leggende» e ancora oggi, a distanza di 30 anni, sembra non essere stata mai messa la parola fine sulla vicenda. «Non è escluso che ogni tanto possano saltare fuori altre foto inedite di Maradona e di miei familiari – racconta ancora Luigi Giuliano jr (figlio di Nunzio) – Ogni tanto ci si imbatte in qualche immagine, che testimonia fatti accaduti tanti anni fa». 

LA NUOVA FORCELLA

È vero, sono passati tanti anni, Forcella, ormai è un rione che non risente più del controllo capillare da parte del clan. 

La famiglia guidata da Luigi, Lovigino ’o rre, è stata scompaginata da arresti, pentimenti e faide (sia interne che con i gruppi rivali).  La camorra è un organismo che si nutre di immagini e di apparenze, di status symbol da ostentare, e di fotografie su cui si è accumulata tanta polvere, e che saltano fuori dallo scrigno dei ricordi. Brutti ricordi, per la città di Napoli.


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE