Claudio Lotito riceve la cittadinanza onoraria di Soveria Mannelli
4 minuti per la letturaIl padre del presidente della Lazio era nato nel piccolo borgo del Catanzarese dove il nonno fu maresciallo dei carabinieri
SOVERIA MANNELLI (CATANZARO) – Forte e caloroso l’abbraccio dei soveritani a Claudio Lotito, il presidente della Lazio, il cui papà Francesco è nato a Soveria Mannelli (1923), dove il nonno era maresciallo dei Real Carabinieri. Una giornata importante e da incorniciare non solo per Soveria ma per tutto il Reventino. Occasione per ricordare momenti familiari del presidente e chiacchiere di calcio e non solo. Una visita quella di Lotito, rincorsa da dieci anni dal vice sindaco Mario Caligiuri (insieme nella foto in basso) e finalmente realizzata grazie alla disponibilità e in nome degli affetti personali che legano il presidente a Soveria Mannelli.
Visibilmente commosso dell’accoglienza degli amministratori, e colpito dai valori umani, sociali e personali dei titolari delle aziende del luogo, nel corso della manifestazione, tra l’altro Lotito ha detto «ho molto apprezzato il ricambio generazionale nelle aziende che ho visitato, ciò significa che le aziende vengono vissute come una famiglia, dove ha lavorato il padre, il nonno ed oggi i figli. Un senso di appartenenza, unione, rispetto, determinazione combattività» sono i valori cui tiene molto il presidente della Lazio – ed ha aggiunto – «ho cercato e cerco tutti i giorni di utilizzare il veicolo mediatico del calcio per trasmettere questi valori e lo fanno molto bene i miei calciatori recandosi nelle scuole».
Presidente, sorpreso dall’invito del vice sindaco di Soveria Mannelli?
«No perché sono dieci anni che Caligiuri mi invita».
Cosa prova a venire nel luogo natio di suo padre?
«Ho respirato l’aria di casa»
Quale impressione si è fatta di Soveria Mannelli dopo gli incontri odierni con imprenditori e strutture?
«Un grande laboratorio di idee, attività e un radicamento sul territorio e fuori, forte orgoglio di appartenenza e di voglia di fare»
Da imprenditore di successo, c’è secondo lei un potenziale per un decollo economico per il territorio?
«Assolutamente sì. Ci sono realtà imprenditoriali che danno lustro alla zona ed anche all’intere Paese e che danno una certezza proiettata nel futuro che non è di poco conto per il territorio».
Quale settore l’ha impressionato positivamente di più?
«Di settori ce ne sono tanti. Tutti quelli che ho visto mi hanno impressionato e mi riferisco alla casa editrice e a quella che produce arredi scolastici, a quelle che annoverano le tradizioni come il lanificio che sono il fiore all’occhiello e l’orgoglio del territorio, ma soprattutto dimostrano anche ai giovani che è possibile avere una prospettiva futura».
Un consiglio spassionato ai calabresi lo vuole dare?
«Io non dispenso consigli, cerco invece di apprendere quelle nozioni emotive e passionali che sono alla base di ogni iniziativa sul territorio e che rappresentano una spinta, un valore aggiunto. E qui ce ne sono molte».
Tornerà a trovarci e con qualche idea?
«Sicuramente si creerà una sinergia, e insieme potremo costruire mi auguro un qualcosa che sia utile alla collettività e alle imprese locali».
Ultima sulla sua Lazio, i cui sostenitori a Soveria Mannelli non mancano: all’esordio allOlimpico contro la neo-promossa Spal ha pareggiato che cosa è successo?
«È successo che nella vita quando viene meno la determinazione, la voglia di raggiungere risultati e lo spirito di gruppo si affievolisce i risultati non si ottengono. I risultati, invece si ottengono lavorando tutti insieme, con lo spirito di gruppo, con determinazione e voglia di fare. E ieri ho visto una Lazio più appagata che combattiva».
Quali obiettivi della squadra in questa stagione?
«Oltre gli obiettivi, Io spero che la Lazio possa esprimere le proprie potenzialità e possa agire e combattere sul campo come ha fatto nella super Coppa e dare tanta soddisfazione ai propri tifosi».
Arriverà qualche colpo di mercato?
«Il mercato è aperto fino al 31 agosto e il direttore sportivo ha la delega per rendere più competitiva la squadra e quello che farà è bene accetto dal presidente, che in questo caso fa solo da spettatore».
Incalzato di essere abbottonato, scherzosamente risponde «No, sono sbottonato, vede ho la giacca aperta – e aggiunge- Tutti parlano di mercato, ma nessuno parla di qualità di mercato che è una cosa diversa. Perché uno va in un supermercato e paga uno e prendo tre. Io sono dell’idea che è meglio scegliere, fare una selezione convinta delle persone che deve inserire sulla base di tre prerogative: potenzialità moralità e compatibilità economica finanziaria. Queste sono le prerogative alla base dei nostri acquisti».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA