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Graci Caffo Ruscio e Mengoni

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VIBO VALENTIA – A Vibo è cresciuto calcisticamente, ci ha giocato diversi anni ed ha vinto molto. Nel Catanzaro ha militato una sola stagione, ma tanto basta per attribuirgli la patente di doppio ex della gara (e in giro ce ne sono davvero pochi). Stiamo parlando di Giovanni Ruscio, centrocampista vibonese di Monterosso Calabro, ancora in campo, a divertirsi, a mostrare i muscoli, a regalare pillole di saggezza e, soprattutto, a conquistare promozioni e trofei.

Nel campionato di Eccellenza campana, infatti, con il Portici, l’ex mediano rossoblù e giallorosso, classe ’81, ha conquistato la Coppa Italia, superando in finale l’Ebolitana, ed ha vinto pure il campionato, mettendo in riga formazioni blasonate come Savoia ed Afragolese, per esempio. E la nostra chiacchierata con Ruscio parte proprio da qua, ossia dalla sua voglia di giocare ancora» «perché ho dentro di me tanta voglia di correre ancora su un campo, di allenarmi e di giocare». Con il Portici una bella esperienza vissuta anche al fianco di un 40enne come Dino Fava, capace di segnare tanti gol. «Abbiamo vinto coppa e campionato. Ci siamo regalati tante belle soddisfazioni». E per Ruscio è arrivata così l’11a promozione in carriera. Un record.

Ma Ruscio significa in larga parte Vibonese ed anche Catanzaro, una piazza, quest’ultima, nella quale «ho avuto l’onore e la fortuna di giocare, toccando con mano quanto sia calorosa e numerosa. Ho ancora tanti amici a Catanzaro e l’esperienza in giallorosso la ricordo con particolare piacere, ma è chiaro che tanto mi lega alla Vibonese. In rossoblù sono cresciuto calcisticamente, ho giocato tante partite ed ho vinto molto, togliendomi qualche bella soddisfazione». Per tutti questi motivi «mi auguro una salvezza della Vibonese», anche se «il play out fra due calabresi è qualcosa che mi dispiace poiché inevitabilmente una delle due andrà giù». A Catanzaro gioca Cunzi «mio ex compagno di squadra. E la sua velocità potrebbe mettere in difficoltà la Vibonese».

Dall’altro lato, però, Ruscio individua nel gruppo la forza della formazione di Campilongo. «In particolare penso a Manzo e Favasuli, con i quali ho giocato assieme. Loro possono fare la differenza soprattutto dal punto di vista dell’esperienza e delle determinazione, per aiutare il gruppo a far bene. Ma a Vibo ci sono anche Mengoni, Graci e Periti, che saluto con affetto, persone molto valide a livello umano, in particolare». Detto questo, l’ex centrocampista rossoblù aggiunge che «la dirigenza della Vibonese rappresenta qualcosa di speciale sotto tutti i punti di vista. Caffo e Beccaria fanno numerosi sacrifici, ma portano avanti il club con serietà e passione. Mi auguro soprattutto per loro, e per i tifosi, che la squadra riesca a centrare l’obiettivo della permanenza». Nel doppio scontro, allora, il tifo di Ruscio sarà per la Vibonese, squadra con la quale ha giocato 153 partite di campionato e nella quale non esclude un nuovo ritorno, magari in altra veste. «Per adesso ho intenzione di continuare a giocare, perché mi diverto troppo. Quando smetterò mi piacerebbe intraprendere la carriera di direttore sportivo e magari, un giorno, mi farebbe altrettanto piacere ricoprire questo ruolo con la Vibonese».

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