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MATERA – Una sentenza che lascia di sasso ma non stupefatti, quella del Coni che smentisce la Fip e riporta Virtus Roma in A2 a scapito della Bawer. L’aria che tirava sin da venerdì scorso era ben chiara. A perdere ancora una volta non è Matera che pure subisce un danno in termini di tempi, di risorse e di sforzi fatti ma soprattutto la credibilità dello sport, della pallacanestro. La questione infatti nel merito resta semplice: c’è un termine perentorio, se è tale va rispettato e se non si rispetta vi è l’esclusione dal campionato. Oggi invece passa una nuova teoria per cui al termine perentorio per l’iscrizione si può derogare. Oppure bisogna chiamarsi Virtus Roma per poter derogare? Oppure il termine è perentorio solo per alcuni? Al di là dei retropensieri (più che giustificati come la convocazione sotto Ferragosto al Coni, una consuetudine per chiunque faccia ricorso di questi tempi) rimane il danno. Alla credibilità della pallacanestro. Alle regole, alle scelte ed agli investimenti di imprenditori che da anni mettono l’anima in questo sport.
E che sono imprenditori con soldi veri a Roma come a Matera. Oggi quegli imprenditori possono chiedersi: “Ma chi me la fa fare se poi le regole devo rispettarle solo io”. Un danno non alle singole società, non a Matera di cui non importa niente a nessuno ma a chiunque voglia investire nella pallacanestro e nello sport più in generale perchè vedendo metodi e scelte gli imprenditori, quelli veri e quelli seri, scappano. Non si investono soldi in realtà che non hanno regole certe ed non le hanno uguali per tutti.
La morale della favola è un danno non per Matera che in B (fatto salvo il tempo sprecato in queste settimane, la richiesta legittima di un A2 a 17 e un possibile ricorso da fare contro la Fip) potrà comunque continuare la sua strada cestistica onorevole in una dimensione dignitosa, il danno vero è per la pallacanestro che non dà certezze e che preferisce far vincere la “politica sportiva” sulle regole. Tutti ricordano cosa successe a Forlì qualche anno fa, una squadra tutelata dalla giustizia sportiva che non finisce il campionato. Di esempi in questi anni ce ne sono tanti. E nel frattempo chi va avanti spendendo soldi nella pallacanestro viene allontanato, punito e umiliato. I risultati e la storia di squadre come Bologna, Treviso, Siena la dice lunga sulla gestione del basket italiano.
L’ultima annotazione è molto semplice. Se un Consiglio Federale decide una cosa e il Coni lo smentisce così clamorosamente quel Consiglio Federale e il suo presidente non sanno fare il proprio lavoro. Forse sarebbe il caso, almeno quello, che vadano a casa. Con la Virtus in A2, Matera in B ma con una Federazione diversa e un nuovo Consiglio Federale.
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