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Il secondo Consiglio federale dell’era Tavecchio si è concluso con la Michele Uva direttore generale della Figc. Nella settimana che ha consacrato Simone Zaza in maglia azzurra, un altro lucano conquista la copertina del calcio italiano insediandosi in un ruolo dirigenziale di fondamentale importanza. Materano, cinquant’anni a novembre, Uva è stato fino ad oggi braccio destro di Giovanni Malagò al Coni dirigendo la cassaforte Coni Servizi. Uva succede ad Antonello Valentini e arriva ai vertici della Federcalcio con un curriculum ricchissimo.
La sua carriera di dirigente sportivo ha spiccato il volo proprio nella città dei Sassi, con la Pvf arrivata negli anni Novanta al vertice della pallavolo europea (tre scudetti, tre coppe Italia, tre coppe dei Campioni). Nel 1996, da presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile, lascia il volley per cimentarsi con il calcio seguendo Tanzi a Parma. Alla guida fino al 2001 del ciclo d’oro dei gialloblù, con il marchio Parmalat sulle maglie, arrivano Coppa Italia, Supercoppa Italiana e Coppa Uefa. Poi l’esperienza alla Lazio (fino a novembre 2002) per poi rientrare nel mondo dello sport italiano solo nel 2006 dedicandosi al basket. Per due stagioni è infatti direttore generale della Virtus Roma.
Nel 2009 Uva è tornato ad occuparsi di calcio guidando la sfortunata candidatura italiana per gli Europei del 2016 (finiti poi in Francia) e dirigendo il Centro studi della Figc. Per lui anche diversi incarichi di prestigio in ambito Uefa e la cattedra di Management delle organizzazioni sportive all’università romana di Tor Vergata.
Michele Uva è anche autore di diversi testi specialistici sull’economia e l’ordinamento giuridico dello sport: nel 2014 ha pubblicato per Rai Eri e Bur “Il Calcio conta”, una raccolta di infografiche che sintetizzano la valenza economica del calcio a livello globale e le potenzialità mancate del sistema italiano.
Twitter @pietroscogna
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