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LE regole d’ingaggio le stabilisce il suo staff: “non siamo qui a parlare di calcio”. Sulla difensiva. Serve a mettere subito un freno a quello che sarebbe stato un assalto di domande, perché la visita di Antonio Conte a Melfi è la prima uscita pubblica dell’allenatore dopo l’ufficializzazione della sua permanenza sulla panchina bianconera. Conte arriva alla Fiat-Sata per motivare i dipendenti (foto), per mettere la sua esperienza di leadeship a disposizione dei funzionari e degli operai dello stabilimento lucano. Dove si producono quelle Jeep che compaiono sulla maglia della Juventus come main sponsor. Dallo sport alla fabbrica. Era già passato da Melfi Stefano Domenicali, a inizio febbraio, quando ancora dirigeva la Gestione Sportiva Ferrari. Poi il Bahrein e le dimissioni.
Questa volta la trama è diversa. Conte arriva tra gli applausi e i cori degli operai (video). La fumata bianca dopo il vertice con Marotta, Agnelli, Paratici e Nedved ha aperto la strada a una mattinata trionfale. Come da prassi in casa Fiat, però, non sono ammessi stampa e ospiti. Massima riservatezza. L’entusiasmo tra i partecipanti all’incontro è però difficilmente contenibile. Non facciamo fatica a intercettare un breve racconto.
“Ci ha parlato di come gestisce il gruppo, della cura dei dettagli – racconta un partecipante all’evento – di come i risultati siano arrivati senza mai sedersi sugli allori. Un messaggio diretto a noi, uno degli stabilimenti Fiat più produttivi, che non deve però fermarsi.
Poi un aneddoto, non sappiamo quanto spontaneo: “La cura dei particolari è il suo segreto. Ci ha raccontato di come cerca di controllare la condotta dei calciatori anche fuori dal campo. Ai giocatori della Juventus viene sconsigliato di girare su auto basse, sportive, perché la postura di guida favorisce le contratture muscolari. Per questo hanno tutti la Jeep aziendale, auto alta e comoda”.
Un modello che verrà prodotto proprio a Melfi, nella versione Renegade, in duecentomila esemplari.
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