X
<
>

Share
5 minuti per la lettura

COSENZA – Difficile trovare l’aggettivo giusto per descrivere con una parola la situazione che sta vivendo la squadra del Lamezia di B1 maschile. Nella serata di ieri il presidente Rutigliano ha disdetto le camere degli atleti alloggiati presso una struttura. Il presidente nessuno del gruppo squadra l’ha visto ma il messaggio lasciato alla reception è stato molto chiaro: “Tutti fuori” pare abbia detto, “qui io non pago”. Un messaggio che lascia capire che Rutigliano voglia mollare il progetto messo su da Gianluigi Morelli. Un’idea brillante che ha avuto un travaglio difficile e un parto infelice. Pare di capire che in pratica a Lamezia è saltato il banco. Nella mattinata sono intervenuti i Carabinieri hanno preso le generalità di ognuno e messo alla porta i giocatori lametini. Qualcosa di questa tempesta sembrava già scritta guardando le facce, e origliando qua e là, dei giocatori nelle due amichevoli a cui abbiamo assistito. Due brutte partite di una squadra che, nelle intenzioni del suo ideatore, avrebbe dovuto sbancare il campionato. Evidentemente i giocatori avevano la testa altrove, forse ai problemi che oggi sono esplosi in tutta la loro gravità. E poi c’è la storia, poco chiara e mai chiarita, di Biribanti, visto a Lamezia una sola giornata e poi tornato nella sua Latina in attesa non si sa bene di cosa. Una tristezza infinita.
Cosa succederà adesso? La stagione potrebbe essere finita prima ancora di iniziare per il Lamezia. Questo il pensiero del tecnico Gianpietro Rigano: «E’ incredibile ma è così. In pratica ci hanno messo alla porta. Nella mia lunga carriera non ho mai visto niente di simile. Non so che dire».
In pratica, Rigano, ci spieghi cosa è successo?
«Il presidente Rutigliano ha chiesto all’hotel dove alloggiamo a S. Pietro a Maida di mandarci via e che lui non si prendeva nessuna responsabilità. Con noi non ha avuto nessun contatto. Ufficialmente ce lo ha comunicato la signora dell’albergo. Siamo sbigottiti. Un cambio repentino d’idea che ci coglie impreparati».
E adesso?
«Non lo so. Non so cosa faremo. Siamo qui con i Carabinieri… Questa cosa è successo alle 21 di ieri. Il dg Morelli ha detto che troverà una nuova sistemazione ma la squadra non condivide. Stiamo insieme ancora altri due o tre giorni per vedere cosa succede, se si apre uno spiraglio per una soluzione diversa da quella legale. Noi abbiamo già chiamato i nostri avvocati e avvisato i nostri procuratori. Pare che Rutigliano voglia ritirarsi completamente dal progetto».
Ma vi allenate o andate via oggi?
«Oggi certamente no. Vedremo quello che succede nei prossimi giorni. Entro un paio di giorni la situazione evolverà in un modo o un altro. In ogni caso ci tuteleremo legalmente».
Sei ottimista per uno sviluppo positivo della grottesca situazione?
«No, quello che credo io e che domani siamo tutti a casa. Non credo ci sia qualcuno che di colpo tiri fuori i soldi per portare avanti il progetto iniziale. Io comunque non sono qui per tirare un anno di contratto ma per portare vanti un progetto importante che al momento non c’è più. Ti lascio, vado a fare il riconoscimento dai Carabinieri… E’ il mio turno».

COSENZA – Difficile trovare l’aggettivo giusto per descrivere con una parola la situazione che sta vivendo la squadra del Lamezia di B1 maschile. Nella serata di ieri il presidente Rutigliano ha disdetto le camere degli atleti alloggiati presso una struttura. Il presidente nessuno del gruppo squadra l’ha visto ma il messaggio lasciato alla reception è stato molto chiaro: «Tutti fuori – pare abbia detto – qui io non pago». Un messaggio che lascia capire che Rutigliano voglia mollare il progetto messo su da Gianluigi Morelli. Un’idea brillante che ha avuto un travaglio difficile e un parto infelice. 

Pare di capire che in pratica a Lamezia è saltato il banco. Nella mattinata sono intervenuti i carabinieri, hanno preso le generalità di ognuno e messo alla porta i giocatori lametini. Qualcosa di questa tempesta sembrava già scritta nelle amichevoli pre campionato. Due brutte partite di una squadra che, nelle intenzioni del suo ideatore, avrebbe dovuto sbancare la B1. Evidentemente i giocatori avevano la testa altrove, forse ai problemi che oggi sono esplosi in tutta la loro gravità. E poi c’è la storia, poco chiara e mai chiarita, di Biribanti, visto a Lamezia una sola giornata e poi tornato nella sua Latina in attesa non si sa bene di cosa. Una tristezza infinita.

Cosa succederà adesso? La stagione potrebbe essere finita prima ancora di iniziare per il Lamezia. Questo il pensiero del tecnico Gianpietro Rigano: «E’ incredibile ma è così. In pratica ci hanno messo alla porta. Nella mia lunga carriera non ho mai visto niente di simile. Non so che dire».

In pratica, Rigano, cosa è successo?
«Il presidente Rutigliano ha chiesto all’hotel dove alloggiamo a S. Pietro a Maida di mandarci via e che lui non si prendeva nessuna responsabilità. Con noi non ha avuto nessun contatto. Ufficialmente ce lo ha comunicato la signora dell’albergo. Siamo sbigottiti. Un cambio repentino d’idea che ci coglie impreparati».

E adesso?
«Non lo so. Non so cosa faremo. Siamo qui con i carabinieri… Questa cosa è successa alle 21 di ieri. Il dg Morelli ha detto che troverà una nuova sistemazione ma la squadra non condivide. Stiamo insieme ancora altri due o tre giorni per vedere cosa succede, se si apre uno spiraglio per una soluzione diversa da quella legale. Noi abbiamo già chiamato i nostri avvocati e avvisato i nostri procuratori. Pare che Rutigliano voglia ritirarsi completamente dal progetto».

Ma vi allenate o andate via oggi?
«Oggi certamente no. Vedremo quello che succede nei prossimi giorni. Entro un paio di giorni la situazione evolverà in un modo o un altro. In ogni caso ci tuteleremo legalmente».

Ottimista per uno sviluppo positivo della grottesca situazione?
«No, quello che credo io e che domani siamo tutti a casa. Non credo ci sia qualcuno che di colpo tiri fuori i soldi per portare avanti il progetto iniziale. Io comunque non sono qui per tirare un anno di contratto ma per portare vanti un progetto importante che al momento non c’è più».

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE