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CREMONA – E’ stato scarcerato il calciatore cosentino Alessandro Pellicori, arrestato lo scorso 28 maggio nell’ambito dell’inchiesta cremonese sulle partite truccate. Per Pellicori, difeso dagli avvocati Francesco Mazzotta, Domenico Aiello e Franco Sammarco, è stato disposto l’obbligo di firma. La scarcerazione è avvenuta nonostante il parere negativo del pm Roberto Di Martino e le motivazioni del gip Salvini che scrive che «il quadro d’accusa generale esce molto rafforzato»
Il nome di Alessandro Pellicori è citato decine di volte nell’ordinanza dell’operazione “Last Bet” che ha sconvolto il mondo del calcio, portando all’arresto di 19 persone. Gli elementi a suo carico sono costituiti sia dal contenuto delle intercettazioni croate, sia dalle dichiarazioni del calciatore Carlo Gervasoni e del croato Vinko Saka. Quest’ultimo, nell’interrogatorio del 12 aprile scorso, ha confermato che era proprio Pellicori il calciatore al quale l’organizzazione faceva riferimento quando nelle conversazioni si usava il nomignolo “spica”, che in croato significa appunto “attaccante”.
Secondo il giudice, Pellicori «partecipava alla manipolazione delle seguenti partite, sponsorizzate dagli “zingari”, manifestando una costante disponibilità in funzione degli interessi del sodalizio: BRESCIA-MANTOVA del 2.4.2010, con riferimento alla quale riceveva unitamente a Carlo Gervasoni la somma complessiva di 60.000 euro; CITTADELLA- MANTOVA del 24.4.2010, partita “fatta” con Gervasoni e Fissore, ricevendo complessivamente 15.000 euro; EMPOLI-MANTOVA, unitamente a Gervasoni e Fissore ai quali Gegic, dopo la partita, consegnò circa 90.000 euro complessivi. Trasferitosi al TORINO, in occasione dell’incontro SIENA-TORINO del 7.5.2011, contattava Gervasoni, chiedendogli di concludere con Gegic un accordo per un over con pareggio, risultato che sarebbe servito ad entrambe le squadre – richiesta che non venne accolta da Gegic per la modestia delle quote. L’incontro si concludeva comunque con l’over proposto».
Riferendosi in particolare a quest’ultima partita, il giudice sottolinea: «Nel caso di Siena Torino la costante tendenza del calciatore Pellicori Alessandro a ricercare spasmodicamente il contatto con Gervasoni (noto a tutti come l’anello di collegamento con il gruppo degli zingari) per pianificare l’alterazione di incontri di calcio che lo vedono impegnato come diretto protagonista. Anche in tal caso egli si accredita con l’ ex compagno come “referente” di altri colleghi di squadra (….Penso che Pellicori fosse d’accordo tantomeno con qualcuno dei suoi compagni..) per fornire garanzie circa il risultato concordato e per proporre la combine al gruppo di Gegic, il quale, come di consueto, avrebbe finanziato la scommessa sul mercato asiatico, pagando, nel contempo, il prezzo della corruzione ai calciatori coinvolti».
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