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di SAVERIO PUCCIO
ALLA fine, a sentire la Coldiretti Calabria, gli unici che ci guadagnano sono quelli delle multinazionali. In questo caso, uno dei colossi per eccellenza del mercato mondiale, la Coca Cola Company. Vittime più di uno: gli immigrati, sfruttati con paghe misere per raccogliere le arance della Piana di Gioia Tauro; gli agricoltori, a loro volta pagati con pochi centesimi per fornire il “prezioso” succo d’arancia utilizzato per la Fanta; i consumatori, ai quali sarebbero rifilati prodotti che il vero succo d’arancia lo conoscono appena.
Ed è in nome di questa situazione che la Coldiretti ha promosso l’iniziativa “No all’aranciata che spreme agricoltori e lavoratori e inganna i consumatori”. L’appuntamento è per martedì 6 marzo, alle 9, con la partenza di un corteo di trattori dalla piazza antistante il Comune fino a raggiungere Piazza Valerioti. Un’occasione nata dopo la decisione della Coca Cola di abbandonare la Calabria, a seguito di un’inchiesta che ha svelato l’utilizzo dei migranti di Rosarno nella raccolta del frutto.
«Sarà un grande momento di orgoglio e tenacia – ha spiegato il presidente di Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro – vogliamo spezzare la catena dello sfruttamento che nasce sugli scaffali dove sono in vendita bevande ingannevoli sul reale contenuto di succo. E poi, si finisce con il colpire imprese agricole e lavoratori, con il pagamento di pochi centesimi per un chilo di arance».
La mobilitazione ha ottenuto già un primo risultato. Infatti, sempre martedì è in programma un incontro tra il ministro delle Politiche agricole alimentari Mario Catania con i rappresentanti della Coca Cola. Al centro del colloquio – informa una nota del Ministero – la decisione della Coca Cola di interrompere il suo approvvigionamento di arance da Rosarno. Per la multinazionale parteciperà all’incontro, al Mipaaf, il direttore generale degli Affari pubblici per l’Europa, Salvatore Gabola, insieme con Alessandro Magnoni e Sara Ranzini, della direzione comunicazione.
I commenti. Sono numerosissime le adesioni all’iniziativa di Rosarno, a partire dalla partecipazione di una delegazione di parlamentari della Commissione agricoltura della Camera. Per la deputata dell’Udc, Ida D’Ippolito Vitale, che ha presentato un’interrogazione in commissione Agricoltura, «il disimpegno di Coca-Cola Company sulle ordinazioni di arance calabresi della piana di Rosarno è un grave danno per l’economia della nostra regione. Occorre intervenire subito prima che la decisione assunta dalla multinazionale diventi definitiva. Mi auguro che i ministeri competenti avviino con urgenza una mediazione con la Regione in grado di riconoscere alla produzione calabrese di arance il giusto valore nel rispetto dei valori etici e dei vincoli sociali a beneficio dei cittadini-consumatori e dell’economia del territorio». Il presidente della Commissione regionale Attività produttive, Candeloro Imbalzano, ha annunciato che la prima seduta utile della commissione sarà dedicata al problema di Rosarno. La deputata del Pd, Doris Lo Moro, ha sottolineato: «La vicenda della Coca Cola ha permesso di riaprire il dibattito sulle condizioni economiche degli agricoltori della Piana di Rosarno. Il problema nasce a monte dai prezzi irrisori imposti dal mercato ai prodotti, che non consentono neppure la sopravvivenza degli agricoltori che quest’anno hanno preferito lasciare le arance sugli alberi».
Secondo Legambiente, infine, «esprimiamo la nostra adesione convinta all’iniziativa della Coldiretti Calabria in programma domani a Rosarno per un rilancio dell’agricoltura della Piana, la regolamentazione del settore, i diritti degli immigrati che lavorano nei campi, la difesa del paesaggio e dell’ambiente, obiettivi che solo apparentemente sono lontani e che invece sono legati da un filo rosso che ci riporta alle lotte dei decenni scorsi».

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