La presentazione a Torino
2 minuti per la letturaDA oggi c’è un nuovo modo di scoprire e far conoscere la Calabria attraverso il cinema. E’ stato presentato al Salone Internazionale del libro di Torino nello stand allestito dalla Regione Calabria, il volume, curato da Eugenio Attanasio e Mariarosaria Donato “Calabria Guida al Cineturismo”, con la collaborazione di Antonio Renda, Guglielmo Sirianni e Raffaele Cardamone, edito da “La Cineteca della Calabria”.
“E’ stata scoperta la Calabria, prima o poi doveva capitare”. Così scriveva Luigi Chiarini sul Corriere della Sera a proposito di Patto col Diavolo il film che aveva girato valendosi della preziosa collaborazione letteraria di Corrado Alvaro, a suggellare la nascita di una idea di Calabria cinematografica, giusta o sbagliata che fosse, e con essa il mito di una terra arcaica e primigenia dove spiravano venti di passione.
Bisogna partire da qui per parlare di Calabria e di Cineturismo, la forma di turismo di chi si reca in visita alle location cinematografiche, ossia ai luoghi utilizzati per le riprese di un film. Dopo il turismo balneare, quello religioso, il turismo archeologico, c’è un altro modo di conoscere la Calabria. Sempre più numerosi sono infatti i turisti che, nel mondo, scelgono di far visita ad una città o ad uno scenario reso famoso da un film.
Il cinema rende protagonista quel paese, quella spiaggia, quel luogo, suggellando una specie di patto e sancendo un’identità, anche in una regione come la Calabria dove non è immediato associare una località ad un film famoso. Calabria/Guida al Cineturismo, è un manuale dal tono divulgativo che nasce per far conoscere una Calabria diversa, ma assolutamente reale, una regione in cui sono nati o hanno vissuto scrittori, registi, attori, artisti, innamorati di questa terra che, purtroppo, non riesce a fare notizia per fatti culturali.
«Il riscatto della Calabria passa attraverso la cultura» hanno dichiarato i curatori della pubblicazione, disponibile in tutte le librerie calabresi, sostenendo che «bisogna riscrivere la storia del cinema partendo dalla Calabria, per riconoscere il grande contributo che hanno dato emigrati come Tony Gaudio, Premio oscar 1937 per Avorio Nero, e Nicholas Musuraca, neppure citati negli annali del cinema italiano».
La Calabria è una regione all’avanguardia in materia perché uno dei primi film “cineturistici” per eccellenza è La ballata dei mariti di Fabrizio Taglioni, realizzato nei primi anni ‘60 per merito di una sinergia di enti locali territoriali che pensarono di incentivare la produzione di una pellicola che servisse per promuovere le bellezze paesaggistiche della provincia di Catanzaro. Oltre al Lago Ampolino sono diversi i “luoghi del cinema” che entrano nell’immaginario collettivo come siti del cinema calabrese: il Castello Aragonese di Le Castella, dove Monicelli girò L’armata Brancaleone, Il borgo di Palizzi de Il ragazzo di Calabria o, in tempi più recenti, il paesaggio rupestre dei paesi grecanici di Corpo celeste di Alice Rohrwacher e le carbonaie di Serra San Bruno de Le quattro volte di Michelangelo Frammartino.
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