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Anche quest’anno, in quello che è più una grande esperienza comunitaria che un semplice festival, un programma che spazia fra molteplici ambiti espressivi e unisce occasioni di approfondimento culturale a momenti di festa e convivialità. Sette giorni di intensa vitalità dionisiaca che travolgerà come sempre tutti i partecipanti fino a farli cadere “sponzati come baccalà”.
Chi c’è stato, lo sa: lo Sponz Fest è una magia capace di coinvolgere e travolgere, un flusso di inesauribile energia che dagli stretti vicoli di Calitri si espande nella Valle dell’Ofanto per un’intera settimana. La storia dello Sponz Fest è di per sé un piccolo miracolo, nato per darsi un’occasione di fare “comunità”. Una comunità che l’ha vissuto come proprio. Partito come festa sui riti dello sposalizio, si è allargato ai temi dell’unione, del rapporto con la terra, dell’incontro con altre culture. E, quest’anno, della Яivoluzione.
Un densissimo programma di musica, teatro, danza, perfromance, reading, incontri, proiezioni, notti ad osservare le stelle e a bere vino nelle grotte di Calitri, fra astronomia e gastronomia. E poi ancora escursioni di trekking e happening, laboratori per bambini e chiacchiere musicali in barberia. Senza dimenticare la Libera Università dei Ripetenti e la Festa dei Folli!
Fra i primi nomi confermati di questo programma in continua evoluzione (o, meglio, Яivoluzione), *Georgos Xilouris* e *Jim White*: il liuto dalle corde di metallo del musicista di Creta che farebbe la felicità di Ry Cooder, primitivo e potente, ancestrale e dal suono dei grandi spazi, incontra i tamburi di Jim White, batterista dei Bed Seeds di Nick Cave, PJ Harvey e di altri giganti del rock inquieto in un grande concerto all’alba.
*Massimo Zamboni*, cofondatore dei CCCP – Fedeli alla linea che porterà il pubblico a guardare “Il cielo sotto Berlino”, letture e sonorizzazioni dal suo ultimo lavoro “Nessuna voce dentro”. Un viaggio non lineare nella Berlino del 1981, nel momento in cui è ancora viva la stagione utopica, in cui riecheggia la rivolta dei movimenti del ’77 e in cui, al tempo stesso, forse, si intravedono già i segni di un’altra Яivoluzione che verrà, quella dell’89 con la caduta del muro.
Novità di questa edizione la *Libera Università dei Ripetenti*, un ciclo di incontri con alcuni esponenti del mondo culturale, dei media e del sociale. Le “lezioni” si svolgeranno la mattina fra il castello di Calitri e le gite didattiche” nel sentiero della Cupa mentre la pausa ricreazione si può fare in qualsiasi momento e si può anche andare in bagno. Basta alzare la mano! A discutere de “Il rovescio della medaglia”, ovvero dei grandi perdenti nella storia dello sport, sarà *Gianni Mura*, storica firma di Repubblica, mentre a riflettere sul tema del “Contrario dell’Uno e altre contrarietà” sarà *Erri De Luca,* uno dei massimi scrittori e intellettuali italiani che proprio sulle barricate del ’77 si è formato. *Riccardo Noury*, portavoce di *Amnesty International,* interverrà invece sul tema delle rivoluzioni nel mondo arabo mentre l’economista e giornalista del *Sole 24 Ore* *Dario Deotto *disserterà sul rapporto fra le norme e l’enorme, ovvero fra la Legge e la Vita. Il mondo al Яovescio dello Sponz 2017 incontra il Яovescio meteorologico e temporali di varia natura nell’incontro con l’esperto di fama internazionale *Luca Lombroso*, volto conosciuto dai profani per i suoi interventi al programma di Fabio Fazio “Che tempo che fa”.
Dopo i rumeni, gli albanesi e i serbi nelle precedenti edizioni, quest’anno la Fanfara non poteva che venire da San Pietroburgo, l’antica capitale russa e primo focolaio della Яivoluzione. Sono i *Dobranoitch.* La loro musica, vera dinamite, va da Odessa al circolo polare artico. Il loro nome vuol dire buonanotte ma suoneranno all’alba, come in ogni mondo rovesciato che si rispetti.
Ogni Яivoluzione ha la sua parata e dunque, fra i momenti più attesi del Fest, la grande parata fra le vie d Calitri, con tanto di bandierine totalitariste dello Sponz 2017, che culminerà in un concerto memorabile: sul palco Vinicio Capossela,* Emir Kusturica *con la *No Smoking Band, Dobranoitch* e il cantante “al Яovescio” Antonio Pompò, vero funambolo della parola!
Il Mito della Яivoluzione, con le sue liturgie, sviluppa la dimensione epica, l’immaginario da frontiera che aveva caratterizzato il tema dello scorso anno (“Chi tiene polvere spara”). E così quest’anno al posto dell’assalto al treno in pieno stile “western”, banda russa e cavalieri saluteranno l’arrivo del treno allo scalo di Calitri per festeggiare, per il secondo anno consecutivo, *la riapertura temporanea della tratta storica “Avellino-Rocchetta” che quest’anno si arricchisce di un nuovo pezzo dell’antico percorso ferroviario*. Per l’occasione, tutti a bordo dei vagoni storici provenienti dalla Puglia verso la stazione di Conza-Andretta-Cairano per una delle lezioni più affascinanti della Libera Università per Ripetenti: il direttore della Cineteca di Bologna *Gianluca Farinelli* accompagnerà i viaggiatori alla scoperta delle più importanti rivoluzioni nella storia dell’arte e del treno come elemento dell’immaginario rivoluzionario del Novecento.
Alla stazione di arrivo, la dimensione mitologica esplode nella maschera da Minotauro di un artista la cui origine va ricercata nella leggenda, un one man band circondato dal mistero. La grande stampa sembra ignorarlo ma su youtube raccoglie milioni di click e i grandi festival internazionali fanno a gara ad invitarlo. È *Vurro, *colui che colpisce i piatti della console con le corna da toro della sua maschera e che farà girare i dischi fino a farli muovere al contrario.
Davvero imperdibili i concerti all’alba nello straordinario scenario di Borgo Castello. Protagonisti *Federico* *Maria Sardelli*, vero artista rinascimentale – pittore, compositore e direttore, sommo specialista del Vivaldi – alla guida del suo ensemble Modo Antiquo sui sentieri della musica di Carlo Gesualdo e dei suoi contemporanei. E Alessio Franchini con il Circolo dei Baccanali in “Angeli con un’ala sola”, emozionante omaggio al divino Jeff Buckley a 20 anni dalla scomparsa.
Vulcanica e tellurica, *la grande Notte del Tamburo* vedrà alternarsi nel centro storico di Calitri imbandito come uno sposalizio, le tammorriate dell’area partenopea, le tarantelle di Tricarico e la “tarantatrance” di *Antonio Infantino* che insieme a *Vinicio Capossela* *renderà omaggio* *a Enzo Del Re*, indimenticabile artista rivoluzionario, musicista e cantastorie, a sei anni dalla sua scomparsa.
Anche quest’anno spazio all’arte contemporanea con *SponzArt,* la sezione ideata da Mariangela Capossela che ne ha curato le precedenti edizioni. Per lo Sponz 2017, la curatela è affidata a Tommaso Evangelista e, nel pieno spirito rivoluzionario del programma, il titolo sarà “Azioni per moto contrario”, a indicare la dimensione performativa e relazionale degli interventi artistici. Fra i primi artisti confermati *Michele Mariano* che realizzerà un campo di calcio di led in un bosco senza, naturalmente, danneggiare un solo albero; *Michele Giangrande* che, con l’aiuto dei bambini, realizzerà due grandi installazioni con i cartoni da imballaggio; e, infine, *Andrea D’Amore* che realizzerà un forno nelle grotte di San Zaccaria, invitando la popolazione ad una raccolta di alimenti commestibili selvatici durante la passeggiata verso il luogo di incontro.
E fra le incursioni poetiche notturne di *Vincenzo Costantino Cinaski*, le magie surreali e grottesche del Mago Wonder, le altre lezioni della Libera Università dei Ripetenti, il concerto-omaggio al vento lungo il sentiero della Cupa di *Fabio Mina*, il liscio di *Tonuccio e B-Folk*, lo Sponz Fest si chiude l’ultimo giorno con lo spettacolo “Mefite”, visione del mondo degli inferi, il mondo “di sotto”, ad opera del *Teatro delle Albe* e con la *Festa de Folli* nella splendida Abbazia del Goleto, concerto medioevale di *Giovannangelo De Gennaro* per celebrare il gran rovesciamento finale, quello in cui gli ultimi saranno i primi. Praticata nel tardo medio evo, la Festa dei Folli trova la sua origine nei Saturnali, ed era uno dei rituali di rinascita e rinnovamento in cui l’ordine delle cose veniva capovolto. I monaci per l’occasione si liberavano dalla loro “pelle”, la loro funzione, per dedicarsi a tutti gli eccessi che normalmente gli erano interdetti.
“Ecco avverato dunque il desiderio di rovesciare il mondo. Fare della necessità un balocco. Fare della morte vita. Sponzarci, imbevuti di nuovo sapere, fino alla fine dell’ultimo giorno, e che, una volta usciti da questa settimana di ri-creazione, sia davvero un nuovo inizio” – come scrive e si augura il direttore Vinicio Capossela.
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