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Il 21 ottobre sarà al teatro Rendano, protagonista di uno spettacolo con ricavato a favore dell’Airc. In scena con lei il ballerino Raimondo Todaro e il cantante Daniele Stefani

COSENZA – La voce di Giusy Versace che arriva al telefono sa di stanchezza: «È come se in questi giorni fossi uscita da un frullatore». E l’impressione che dà è veramente quella della donna super impegnata, che non si ferma mai, che passa, per esempio, dalle Olimpiadi alla conduzione di un programma televisivo, dalla moda («che in questi anni ho trascurato un po’» ammette) alla preparazione di uno spettacolo teatrale tratto dalla sua biografia a sua volta incentrata parecchio su quell’incidente che le cambiò la vita e la elesse a simbolo di speranza per chi speranza sembra non averne.

Venerdì 21 Giusy Versace sarà a Cosenza. E Cosenza, per Giusy Versace, non è una città qualunque. È la città dove tutto è cambiato. È la città che ha segnato un destino, una vita, che ha aperto porte proprio dove sembrava che le avesse chiuse per sempre. Teatro Rendano, ore 21. Sul palco la Versace metterà in scena, insieme al ballerino Raimondo Todaro, lo spettacolo “Con la testa e con il cuore si va ovunque”. Il titolo è uguale a quello del libro uscito per Mondadori nel 2013. Lo spettacolo, inoltre, è abbinato a una raccolta fondi per l’Airc, l’associazione per la ricerca sul cancro. Un evento patrocinato da Comune di Cosenza e Coni e realizzato in collaborazione con “Piano B – Eventi e produzioni”.

Cosenza, dicevamo. Era il 22 agosto 2005 quando sulla Salerno-Reggio Calabria, tra Castrovillari e Frascineto, avvenne l’incidente. Le sliding doors all’interno delle quali tutto cambiò per sempre. Ambulanze, sirene, corsa in ospedale, una ragazza di 28 anni sospesa tra la vita e la morte. All’Ospedale dell’Annunziata riescono a salvarla. Il prezzo però è carissimo. Non si sapeva ancora però che in quelle porte girevoli Clark Kent divenne Superman definitivamente.

«L’equipe medica che mi ha operata mi ha salvato la vita – racconta la Versace – ecco perchè per me Cosenza è una città particolare. Anzi, mi piacerebbe che a teatro venissero quei medici, il professor Togo e i suoi collaboratori: sarebbe per me una grossa emozione incontrarli e riabbracciarli dopo tanto tempo e tante cose successe. Dopo l’operazione rimasi ricoverata tre mesi. Non li vedo da allora, a ogni mia vittoria, a ogni mia conquista il pensiero va anche a loro».

Anche perchè questo spettacolo si basa molto su quel 22 agosto, vero?

«Beh, sì. Quello è un giorno chiave della mia vita, c’è un prima e c’è un dopo, nel mio libro ne parlo tanto. Poi due anni fa, dopo l’esperienza a Ballando, con Todaro ne discutemmo e lo riarrangiammo al punto tale che siamo arrivati al punto di raccontare la mia vita ballando. E poi c’è Daniele Stefani, un artista di altissimo livello, dotato di una voce che incanta chiunque e che impreziosisce alcuni momenti».

Con un ulteriore dettaglio da non trascurare: l’incasso devoluto all’Airc.

«Per un cancro ho perso una mia carissima zia che viveva proprio a Cosenza. L’Airc è un’associazione che io ho avuto modo di sostenere già in passato e con la quale collabora anche una mia cugina. Se c’è la possibilità di aiutare, di emozionarsi e di divertirsi insieme, allora perchè non venire a teatro?».

Parliamo di sport: tra Europei e Olimpiadi, come ricorderà questo 2016?

«Io sono una abituata a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, ma sono anche molto critica con me stessa. Aver vinto un argento e un bronzo agli Europei è stata una grande soddisfazione, così come lo è stata a Rio confrontarsi ed eliminare atlete molto più esperte e più giovani di me ed essere tra le otto migliori velociste al mondo. Poi la squalifica, per aver pestato la linea, ci stava tutta. La rabbia è per un errore che non faccio mai, neppure in allenamento».

A che livello è lo sport per disabili in Calabria?

«Guardi, il problema è doppio. Il primo problema è la mentalità. Purtroppo la Calabria è una terra dove i disabili stanno a casa per vergogna e i criminali possono girare a testa alta. Questa è una cultura dura a morire, bisogna aiutare le famiglie, bisogna spronare i disabili a uscire, a vivere e quindi anche a fare sport, promuoverlo. Poi c’è il problema delle strutture. So per esempio che il nuoto è molto praticato, perchè non ha bisogno di ausili particolari, so che a Reggio Calabria sta nascendo una squadra di basket in carrozzina. Diciamo che c’è molto da fare ma purtroppo se ne parla poco».

Lei ha raggiunto l’apice della popolarità prima a Ballando con le Stelle e poi presentando la Domenica Sportiva. Che esperienze sono state?

«Bellissime e faticosissime, divertentissime e molto diverse tra loro. Ballando era una sfida, c’era la parte agonistica, ci siamo allenati in maniera molto rigida per tre mesi. Io non avevo mai ballato in vita mia ho dovuto imparare a ballare con due gambe finte… Non è stato facile, però mi sono divertita tanto».

E la Domenica Sportiva?

«Una grande palestra professionale e una grande esperienza a livello personale. Davvero. Poter lavorare con gente che ha fatto la storia dello sport come Pizzul, Trapattoni, Zeman è stato davvero un privilegio. Ho imparato tantissimo. E non mi riferisco solo a quello che si è visto in video: questa è gente che ti dà tanto anche parlando al caffè o quando ti racconta aneddoti».

E perchè ha lasciato?

«Perchè avevo un’olimpiade da preparare. L’impegno era notevole. Quando poi la trasmissione è finita, mi sono dedicata solo a Rio e agli Europei».

E la moda? Lei ha una tradizione familiare…

«La moda… uno nella vita fa delle scelte. Se avessi continuato a fare le cose che facevo prima dell’incidente, non avrei potuto fare neppure la metà delle cose che ho fatto dopo. Che so, i programmi televisivi, le gare, sono capitate così tante cose che se le avessi programmate non sarebbero mai arrivate».

Ma lei è veramente così impegnata?

«Guardi, dopo Rio sono andata a Lourdes con l’Unitalsi Calabria e sono tornata pochi giorni fa. Abbiamo ripreso questo spettacolo che vedrete a Cosenza e le prove richiedono impegno non da poco. E poi, a causa delle gare, avevo lasciato in sospeso dei progetti ai quali tornerò non appena ne avrò il tempo… sì, sono davvero molto impegnata».

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