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POTENZA – «Mi assumo le mie responsabilità per quello che dico: le giurie agiscono sempre in scienza e coscienza e in casi come questo non possono essere chiamate in causa. Si tratta di decisioni prese dopo accurate analisi delle opere»: Santino Bonsera, presidente del circolo “Silvio Spaventa Filippi” e del Premio Basilicata, getta acqua sul fuoco delle polemiche sortite dalla decisione di Angelo Lucano Larotonda, uno dei massimi esperti di cinema e storia della Basilicata, di rifiutare un premio di consolazione che senza mezzi termini ha definito «offensivo».
Il “no” di Larotonda non è per Bonsera «un fatto eclatante», visto che «molti letterati hanno addirittura rifiutato il Nobel. Siamo davanti a un’interpretazione soggettiva che, come tutte le interpretazioni, resta quello che è».
Bonsera difende il “Basilicata”, inserito nell’elenco dei premi che si attribuiscono in ambito accademico e conosciuto a livello nazionale proprio per la qualità delle giurie. E sul caso in esame argomenta: «Non conosco le motivazioni del gesto di un personaggio di cultura che stimo. Ma non mi sembra ci sia un attacco al premio».
Sull’ipotesi adombrata sul Quotidiano di ieri (qualcuno in giuria non avrebbe dato il giusto peso al lavoro di Larotonda, “Feste Lucane Genealogia di una Identità”, che era stato concepito anche con quattro schede di approfondimento che qualcuno pare abbia inteso come un lavoro svolto a quattro mani) Bonsera è categorico: «No, questo fattore non ha inciso minimamente sulle decisioni della giuria, lo escludo nella maniera più assoluta. E poi credo che se così fosse stato, Larotonda non avrebbe avuto nessun premio, tantomeno speciale: quello del Comune di Viggiano è infatti un riconoscimento prestigioso che arriva da un comune che si sta spendendo nella valorizzazione della cultura, ne è un esempio l’importante convegno del 23 ottobre sul pellegrinaggio. E poi ripeto: se quel motivo fosse stato ostativo, la giuria non avrebbe assegnato quel premio, che non è assolutamente di seconda categoria e anzi qualifica tanto il premio quanto l’ente che lo assegna». Insomma, non siamo davanti a «nessun contentino né riconoscimento di poco conto».
Insomma, «nessun problema» dopo questo caso ma comunque – ribadisce Bonsera – siamo davanti a una «decisione irrevocabile».
La giuria presieduta dall’Accademico dei Lincei Cosimo Damiano Fonseca – e composta da Adriano Giannola, Lilia Costabile, Giampaolo D’Andrea, Domenicantonio Fausto, Rocco Brancati, Aldo Morlino, Anna Maria Rao, Patrick Suglia, Antonio Lerra e Francesco Saverio Lioi – riunitasi nella sede del Circolo Spaventa Filippi per decretare i vincitori della XLIV edizione del Premio, nella sezione di Saggistica storica nazionale ed europea ha deciso di premiare il volume di Adriano Viarengo dal titolo “Franco Venturi, politica e storia nel Novecento” (Carocci) editore. Il premio di Saggistica storica lucana è andato, invece, a Giuseppe P. Riccardi per il libro “Paradigmi di una crisi. Genesi ed esiti della congiuntura agraria nella Basilicata di fine Ottocento” (Editrice Ermes). Una segnalazione è stata assegnata al saggio di Donato Giordano “Monaci, cavalieri e pellegrini al Santuario di Picciano” (Altrimedia Edizioni).
Al volume di Angelo Lucano Larotonda, edito da Edigrafema, è stato conferito il Premio istituito dal Comune di Viggiano. Una diminutio, agli occhi dell’intellettuale che vanta un lungo curriculum di saggista e autore Rai. Tra i suoi ultimi titoli segnaliamo “Riprendiamoci la storia – Dizionario dei Lucani” (Mondadori-Electa, Milano 2012).

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