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POLLINO – Un’opportunità non solo per il parco per l’intero territorio.
L’ecomuseo del Pollino inaugurato ierI può rappresentare tutto questo e molto di più. Ne è convinto il presidente del Parco del Pollino, Domenico Pappaterra secondo il quale «con l’inaugurazione dell’ecomuseo del Parco Nazionale del Pollino si apre la porta d’ingresso al Parco, che indica un percorso, nel quale ad accompagnare i visitatori non ci sarà un custode, bensì da veri e propri operatori culturali e ambientali».
Oltre a Pappaterra, al taglio del nastro avvenuto a Rotonda, erano presenti il vescovo di Tursi-Lagonegro, Francesco Nolè, alla moglie di Sandro Berardone, già presidente della Comunità del Parco, alla cui memoria è intitolato il museo, al direttore del Parco, Gerardo Travaglio, al rappresentante di Terna Adel Motawi e al sindaco di Rotonda, Rocco Bruno.
La struttura museale, infatti, è stata allestita nella seconda ala del Complesso monumentale Santa Maria della Consolazione, ristrutturata anche con fondi della società Terna, derivanti da compensazione ambientale per la realizzazione dell’elettrodotto che attraversa anche il territorio del Parco. Pappaterra ha sottolineato come le risorse pubbliche e private (circa 500mila euro per ristrutturare l’immobile e 100mila per la realizzazione dell’ecomuseo), siano state utilizzate con grande trasparenza e rigore morale.
L’incontro è stato aperto da un video messaggio del presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella che ha parlato, tra l’altro, del Parco del Pollino quale “ambiente da intendere come valore aggiunto, inedito, per l’Europa” e di Sandro Berardone come una “brava persona, un riformatore”, invitando ad “andare avanti nel solco di un uomo importante”.
Tutti gli intervenuti, tra cui il vice presidente della Comunità del Parco, il sindaco di Rotonda, quello di San Costantino Albanese e il vice sindaco di Castronuovo Sant’Andrea, hanno ricordato e celebrato la figura di Sandro Berardone. Anche mons. Nolè lo ha fatto sottolineando che un museo come quello del Parco è “mostra di quello che siamo, siamo stati e che possiamo tramandare”. E nel richiamare le parole di Papa Francesco circa l’importanza di coltivare e custodire il Creato, ha ribadito quanto siamo importante comprendere anche l’ecologia umana. Da qui un pensiero commosso alle vittime del Canale di Sicilia e alle “lacrime benedette” sgorgate durante la cerimonia in presenza dei familiari di Berardone, “ricordo di un bene che ancora oggi diventa valore da tramandare”.
L’ecomuseo del Parco è stato ideato dall’ex direttore del Parco, Annibale Formica, presente alla cerimonia, e realizzato da una società di Genova. Nel presentare l’intero patrimonio del Parco del Pollino, il suo paesaggio e la sua cultura, rappresenta un processo dinamico che si propone di coinvolgere la comunità in un’opera costante di conoscenza e valorizzazione del patrimonio locale. Cuore della rete museale diffusa, essendo situato nella sede dell’Ente Parco, è un laboratorio aperto al centro di una rete museale che interessa l’intero territorio del Parco.

 

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