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È PARTITO l’8 dicembre il tour meridionale e acustico di Vasco Brondi alias Le Luci della Centrale Elettrica, “Costellazioni a Sud – con la chitarra e il computer”, che mercoledì 10 dicembre ha fatto tappa all’Off di Lamezia Terme per l’unica data calabrese. A qualche mese dall’uscita del terzo album “Costellazioni“, il cantore degli anni zero e dell’amore “al tempo dei licenziamenti dei metalmeccanici” torna al Sud. «Sono contentissimo», dice Vasco al telefono alla vigilia della partenza. «È una bella avventura, faremo otto date consecutive. Dopo un tour enorme con quindici persone tra tecnici e musicisti e posti da tremila persone possiamo andare via in quattro in tutto, e suonare in posti intimi, guardandoci tutti negli occhi. C’è questo stereotipo del calore meridionale che però è verissimo, c’è un grande entusiasmo».
Questo terzo disco ti sta regalando molte soddisfazioni. È stato detto che è molto diverso dai precedenti. Cos’ha di particolare?
«Ho mischiato strumenti acustici ed elettrici, così come nei testi ci sono piccole storie di provincia che sono anche piene di pianeti, stelle, galassie, universi e altri continenti. Creare cortocircuiti, usare strumenti organici e strumenti elettronici vicini, canzoni al pianoforte in cui si può pogare e canzoni velocissime e distorte da ascoltare ad occhi chiusi prima di addormentarsi. Evocare atmosfere da rave e da ballo liscio, fregarsene di fare le cose giuste. Fare le cose sbagliate e sottolineare con l’evidenziatore. Prendere tutti i difetti e amplificarli, divertirsi. Essere liberi. Non dovere rispettare un’immagine che altri possono averti dato, essere sempre da un’altra parte. Il disco è pieno di città straniere e pieno della mia solita città di provincia (Ferrara, ndr)».
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