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RENDE – Jonny Groove, Mengoni, Corona, Jovanotti, Casaleggio. Sono gli esempi più noti, ma non gli unici, delle doti da trasformista di Giovanni Vernia. Il comico, uno degli artisti di punta di Zelig, sta vivendo un momento particolarmente fortunato della sua carriera, che lo vede, tra le altre cose, girare per l’Italia con il suo ultimo spettacolo.
Lo show di Vernia sbarcherà il prossimo 11 dicembre al Garden di Rende. «Una serata in cui accadrà di tutto – racconta l’artista – e alla quale arrivo molto preparato sui costumi dei calabresi e sul vostro dialetto. La vostra – confida – è una regione a cui sono molto affezionato e dove sono venuto in vacanza più volte, tra Roccella, Catanzaro Lido e Tropea».
Quali personaggi vedremo sul palco del Garden?
«Tutti quelli più famosi, in una veste rinnovata, e anche degli altri nuovi. Come un Rocco Papaleo in chiave sex symbol…».
Uno show in cui racconti vizi e virtù degli italiani. Quali in particolare?
«Gli italiani sono un popolo che si lamenta sempre. Per cui vedremo come si arrabbiano in alcune situazioni, ad esempio in vacanza. Oppure alle prese con le telefonate di televendita che ricevono dai call center. Il tutto analizzato alle varie latitudini, perché tra Nord e Sud c’è differenza nel modo di incazzarsi».
Un’Italia che conosci bene: padre pugliese, madre siciliana, nato a Genova, vissuto poi a Milano e a Roma…
«Sì, e sento molto le mie origini meridionali. Quando ero ragazzo trascorrevo le vacanze tra Sicilia e Puglia. Alcuni miei parenti erano delle vere macchiette e mi piaceva imitarli. Naturalmente si incazzavano e a causa mia in famiglia alcuni litigi sono durati anni».
Sei nato a Genova, una città che non sta vivendo un momento felicissimo. Cosa ti senti di dire ai suoi cittadini?
«Di fare attenzione a chi votano, perché queste tragedie si ripetono da anni sempre uguali e ora non se ne può più di promesse non mantenute e di prese in giro».
Tornando al tuo lavoro, quale dei tuoi personaggi ti piace di più interpretare?
«Li amo tutti ma mi diverte particolarmente fare Jovanotti, perché mi dà l’opportunità anche di cantare e muovermi. Dove c’è musica mi sento ancor di più a mio agio».
Jonny Groove è stata la tua consacrazione. Poi lo hai proposto più di rado…
«Beh sì, voglio che i miei personaggi siano desiderati. Groove è amatissimo ma se proponi sempre quello la gente può stufarsi. È come se ti costringessero a mangiare il tuo piatto preferito a pranzo e a cena tutti i giorni».
Piace molto il tuo Fabrizio Corona. Per un po’ lo avevi abbandonato, ma nell’ultima puntata di Zelig lo hai riproposto. Come mai?
«Corona è in carcere e mi sembrava irriguardoso continuare a imitarlo. Ultimamente però si è di nuovo parlato di lui. E ho preso la palla al balzo per fare un po’ di satira sulla giustizia italiana, che non mi pare sia proprio equa».
A proposito di satira, ti abbiamo visto nei panni di Casaleggio. Qualcuno ha pensato che potesse essere una svolta della tua carriera verso la satira politica, un potenziale nuovo Crozza insomma…
«No no, Crozza è Crozza, a me piace essere Vernia e far ridere in più ambiti. Il fatto che Casaleggio sia un politico è un caso. Mi sono innamorato del personaggio e mi diverte il suo modo di essere, tutto qua. Mi basta trovare uno spunto per prendere qualcuno per i fondelli».
Le fan ti hanno giudicato il comico italiano più sexy. Cosa ne pensi?
«Non so se sia un complimento o meno, bisogna valutare i termini di paragone. E non mi sembra che il mondo dei comici italiani sia popolato da tutti questi Brad Pitt…».
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