X
<
>

Share
3 minuti per la lettura

STIGLIANO – «Ci sono cantanti napoletani e cantanti di Napoli, io sono un cantante napoletano!» E’ una delle citazioni più famose  di Nino D’Angelo: di fatti quando lui arriva in una piazza qualunque dell’Italia, è come se insieme a lui arrivasse tutta la città partenopea. Sarà così anche a Stigliano, questa sera, alle 21.30,  quando l’artista napoletano chiuderà i festeggiamenti in onore di Sant’Antonio, con il solito palcoscenico enorme, le tante luci, lustrini e gli immancabili venditori ambulanti che con le loro parole roboanti riempite di mare  e tanta brezza, con un pizzico di sfacciataggine e ironia  tenteranno di diffondere a pagamento:  sciarpe, cd e gadget della star dei quartieri poveri di Napoli. Nino D’Angelo è uno di quei figli “disgraziati”   degli anni ‘80 ma si commeterebbe un grave errore limitandolo  alle canzoni di questi anni che comunque l’hanno reso famoso tanto da farlo saltellare istrionicamente dalla musica al teatro, dal cinema alla televisione.  Nino D’Angelo è anche un chierico della Napoli dei vicoli, quella degli scugnizzi, quella dei racconti teatrali e musicali  di Raffaele Viviani, quella dei colori che disegnano un mondo di regole e non regole che vanno bene solo lì, in quel popolo meraviglioso figlio della sirena Partenope.  E’ in parte questo che arriverà a Stigliano, una grande storia centellinata in una meravigliosa carriera. “C’era una volta … un jeans e una maglietta”   e “Concerto anni 80..e non solo”  sono due spettacoli teatrali di notevole successo che segnano  la riconoscenza da parte di Nino verso le canzoni che  gli hanno consegnato la fama  ed hanno creato i neomelodici, ma  sono anche un rimarcare quella svolta, alla fine, dimostratasi  etnica–popolare su temi sociali. Non mancheranno quindi i successi “Chiara”, “Nu jeans e ‘na Maglietta”, “Pop corn e patatine”  e “ Napoli, Napoli” ma  ci saranno anche  brani  della prima svolta artistica dopo un periodo di grande tristezza per la morte dei suoi genitori, quelli dell’album “Tiempo” (1993) quando Nino cambiò anche look, sacrificando il suo caratteristico caschetto biondo. Nello stesso anno vince anche il David di Donatello come miglior musicista per il film “Tano da morire” di Roberta Torre. A Stigliano arriverà quindi una personalità artistica molto complessa  che dal 2000 ha raggiunto una nuova maturità artistica con brani come “Senza giacca e cravatta,  “Marì” “’A storia ‘e nisciuno”, “Brava gente” e “Nu Napulitano” e i più recenti “Jamma jà” e “ Italia Bella”.   Si passerà dall’amore neomelodico degli anni ‘80, ai temi più profondi e malinconici degli anni successivi senza dimenticare gli omaggi alla grande canzone napoletana, con i classici storici della tradizione (è recente un suo spettacolo teatrale con canzoni di Sergio Bruni). Il concerto di Nino, insomma, è tutto l’arcobaleno di Napoli in una figura straordinaria di uomo-artista.

Share
root

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE