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Gabriele Pignotta autore, attore e regista della commedia “Mi piaci perché sei così” sarà in scena questa sera al teatro Stabile di Potenza, alle 21, nell’ambito della stagione di Potenza 2013- 2014, organizzata dal consorzio “Teatri Uniti” di Basilicata. Ad accompagnare in scena il genio romano l’immancabile Fabio Avaro con le bellissime Viviana Colais e Siddharta Prestinari. Dopo l’apertura al teatro che “prova disgusto verso la parola” di Alessandro Serra, gli organizzatori mostrano un’altra sfaccettatura del grande mondo del teatro, quella che con tante parole e tanta poesia costruisce una commedia elastica e moderna che fa l’occhiolino al cinema. In anteprima Gabriele Pignotta si concede a qualche domanda per il Quotidiano della Basilicata.
Maestro, in “Mi piaci perché sei così” si torna a parlare di coppia?
«La commedia è l’eterno tentativo di raccontare le inconciliabili differenze dell’uomo e della donna quando vivono un rapporto di coppia. E’ un territorio affrontato storicamente da tutti sia in letteratura, teatro e cinema e continua ad essere fonte di grandissimo interesse da parte del pubblico, perché ovviamente è il nodo esistenziale di ognuno. A me diverte dare la mia versione, regalando sorrisi, divertimento ed emozioni. L’ho fatto con “Ti sposo ma non troppo” da cui poi è nato il film (in uscita il 17 aprile) con Vanessa Incontrada, lo rifaccio ora ed è divertente cimentarsi nel ruolo di chi fa il punto su dove è arrivata la coppia oggi: la coppia versione 2.0».
Quanto il suo stile è una critica alla coppia di oggi?
«Fotografo quello che vedo intorno, sicuramente oggi la coppia vive dei momenti di difficoltà perché deve ritrovare un’identità che ha perso che non è quella dei nostri genitori. Oggi si affrontano un uomo e una donna cambiati nel tempo, si sono evoluti soprattutto la donna e questo ha portato dei cambiamenti nel rapporto».
Quanto l’aiuta scrivere di teatro con questo tipo di umorismo molto particolare e moderno, il fatto di essere anche un attore?
«Mi aiuta tantissimo riporto quello che è il mio umorismo. Per me l’umorismo è una forma di intelligenza: una persona ironica che riesce a fare una battuta che coglie una situazione è una bella attività. Essere anche un attore è fondamentale, le mie storie vanno raccontate con la mia faccia, non riesco ad immaginarle su altri attori».
Racconta il nostro tempo o meglio i tempi di questa realtà precaria anche nei sentimenti. In “Ti sposo ma non troppo” ha definito questa generazione: “I Nontroppisti”. Nel film sarà ancora così?
«Nel film che è molto simile alla commedia teatrale, mi è stato chiesto dal produttore di fare una commedia leggera e di intrattenimento quindi non vado a fare questa analisi sociale come succede di più in teatro. Forse sono romantico perché sono single e quindi non vivendolo nella vita, mi diverto a crearmi la situazione romantica perfetta che probabilmente non esiste».
Lei è single ma la coppia con Fabio Avaro è consolidata…
«Fabio fa parte delle mie commedie, un caro amico ed un bravissimo attore ed è un condimento che mi piace mettere nei piatti che cucino. Non mi è mai piaciuta la dicitura di coppia comica. Le mie commedie sono delle storie dove ci sono io, Fabio e protagoniste femminili molto forti e presenti. Fabio, se fossi Pieraccioni, sarebbe il mio Ceccherini».
Concludiamo. Per lei, cosa è la Bellezza?
«La Bellezza è qualcosa che non si deve definire ma suscita emozione».
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