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SATRIANO DI LUCANIA – Domani, a partire dalle 21, al teatro “Anzani”, sarà messo in scena quello che è uno degli spettacoli più interessanti della rassegna 2014 de “ Le valli del teatro”. La piéce che toccherà le tavole del teatro satrianese è “Odissea Ragazzi” scritta e diretta da Laura Sicignano. Un assaggio della bella scrittura della Sicignano si è avuto nell’edizione dell’anno scorso della rassegna, con la piéce “Scintille” scritto da lei ed interpretata da Laura Curino: furono grandi emozioni e lunghi applausi. La scrittura e il modo di fare teatro di questa sorprendente ed insolita artista (anche direttrice del teatro “Cargo” di Genova) sono un’unicità del teatro italiano: grande sensibilità da artigiana della lingua italiana e della comunicazione teatrale riesce a far coincidere equilibrio ed esplosione emozionale, magia e racconto della realtà, poesia e narrazione. In anteprima Laura Sicignano si concede ad alcune domande per il Quotidiano della Basilicata.
Laura, come nasce l’idea di mettere in scena con questi ragazzi “difficili” l’Odissea ?
«I protagonisti di questo spettacolo sono sei ragazzi che arrivano da paesi lontanissimi: Afganistan, Pakistan, Nigeria, Senegal e India. Insieme a loro c’è un’attrice professionista italiana Sara Cianfriglia. Abbiamo lavorato per circa due anni insieme. La scelta di mettere in scena l’Odissea è dovuta al fatto che ognuno di loro in qualche modo è Ulisse per il viaggio che ha compiuto, le traversie e le vicende drammatiche vissute».
Tutti con culture, religioni e lingue diverse. Che tipo di interpretazione sarà?
«Tutti sono Ulisse ma anche Telemaco: quindi uomini in fuga ma anche figli che si trovano ad essere adulti perché obbligati dalla vita. E’ uno spettacolo molto fisico, molto di azione, molto visivo. Le parole dello spettacolo sono tratte da Omero o frammenti di canzoni e di poesie che i ragazzi stessi ci hanno suggerito nel momento in cui abbiamo raccontato loro l’Odissea ».
L’anno scorso ha presentato “Scintille”. Quanto è stato diverso il suo lavoro in “Odissea Ragazzi”?
«Sono due filoni paralleli. “Scintille” è una riflessione sulla storia delle donne. L’altro filone è questo lavoro con giovani stranieri dove la parola per forza di cose è secondaria, in questo gruppo si parlano sette lingue diverse e quando ci siamo conosciuti nessuno di loro parlava una parola di italiano».
Continuerà la collaborazione tra la sua scrittura e questi ragazzi?
«Il prossimo anno abbiamo intenzione di mettere in scena un testo scritto da me e uno di loro. Un ragazzo afgano che un giorno ha cominciato a raccontarmi la sua vita dopo un anno di silenzio. Si chiama “Compleanno Afgano”. E’ la sua storia: a 16 anni deve scappare dall’Afganistan perché i talebani sono entrati in casa sua, uccidendo il padre e ferendo gravemente la madre e lui. Deve immediatamente scappare e comincia il suo viaggio verso la salvezza».
Concludiamo. Per lei cosa è la Bellezza?
«La Bellezza è la differenza, tutto ciò che è diverso».
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