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MATERA – Sicuramente uno dei film più alti della cinematografia italiana e mondiale, certamente la rappresentazione cristologica su grande schermo più convincente, con un Gesù dalle sembianze più umane che divine, rivolto a “contraddire radicalmente la vita di come si configura all’uomo moderno”. E’ “Il Vangelo secondo Matteo” che Pier Paolo Pasolini girò esattamente 50 anni fa nella Matera dei Sassi ed in altri posti della Basilicata (ma i set furono anche in Puglia, Calabria e Lazio). I 50 anni del “Vangelo” sono una propizia occasione per riproporre il film, farlo vedere a chi non l’ha mai visto (specie ai giovani), ridiscutere le motivazioni per cui il non credente Pasolini decise di realizzare un film su Cristo, di mantenersi fedele alla scrittura dell’apostolo Matteo, di presentare una figura del Messia terrena, sorretta da un forte senso di giustizia sociale, dai tratti dolci e miti ma che, comunque, pronto a reagire con durezza alle ipocrisie e alle falsità. Un’ opera che illumina il carattere “rivoluzionario” del messaggio cristiano, con un’ impronta poetica ed umanitaria che esalta i passi salienti della vita del Nazareno bandendo gli schematismi. Presentata alla Mostra di Venezia del 1964 e dedicata alla “cara memoria di Papa Giovanni XIII”, la pellicola fu accolta in Italia da critiche, ma anche da un grandissimo entusiasmo. Quando a Roma si organizzò la proiezione per i Padri Conciliari al Cinema Cavour , gli alti prelati presenti in sala applaudirono per oltre quattro minuti e a Parigi, dentro Notre Dame, ancora più lungo fu il plauso.
Per il suo Cristo Pasolini scelse Enrique Irazoqui (doppiato dalla voce di Enrico Maria Salerno), uno studente spagnolo venuto a Roma per contattare i rappresentati della sinistra politica e intellettuale italiana e trovare sostegno contro i fascismi. Inizialmente Irazoqui oppose resistenza alla proposta del regista, ma alla fine fu convinto a partecipare alla produzione dalla scrittrice Elsa Morante che lavorò da aiuto-regista. Ma il “Vangelo” – che ha un bianco nero straordinario firmato da Tonino Delli Colli, una ricchezza di primi piani impeccabili e una colonna sonora (Bach, Mozart, musiche originali di Bacalov) che si fa parlato delle immagini – si avvale dell’interpretazione di altri attori non professionisti come il poeta Alfonso Gatto (Andrea), lo scrittore Enzo Siciliano (Simone), il filosofo Giorgio Agamben (Filippo), la scrittrice Natalia Ginsburg (Maria di Betania), la madre di Pasolini, Susanna, nei panni della Madonna. Ritornando alle celebrazioni materane del cinquantenario, sostenute da Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici, Comune di Matera, Comitato Matera 2019, Lucana Film Commission e Arcidiocesi di Matera – Irsina e la preziosa collaborazione della Cineteca Lucana oggi, alle ore 17, la copia restaurata della pellicola sarà proposta in visione gratuita al cinema Duni. Nel foyer del cinema la mostra di fotografie scattate sul set lucano dal giornalista Domenico Notarangelo. Interverranno: il sindaco Salvatore Adduce, il soprintendente Marta Ragozzino, il direttore artistico Matera 2019 Joseph Grim e il direttore della Lfc Paride Leporace. A seguire, alle ore 20, da via Ridola a Piazza Vittorio Veneto sfilerà la sacra rappresentazione della Passio Christi di Ginosa.
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