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JEANS, camicia, giacca scura e un sorriso sincero stampato sul viso, Francesco Rosi, è arrivato poco dopo le 21 di ieri a Matera. Il primo abbraccio con la città, dopo più di trent’anni da “Tre fratelli” l’ultima delle tre pellicole girate dal regista a Matera, è con l’amico fraterno Roberto Linzalone. Il poeta materano lo attende, insieme al presidente della Lucana film commission Paride Leporace, davanti all’hotel San Domenico e sarà proprio lui ad accompagnarlo nel salottino dell’albergo. Nonostante un incontro politico in corso per le Primarie regionali del centrosinistra, l’arrivo di Rosi non passa di certo inosservato. Anzi, in maniera del tutto naturale, i riflettori si spostano immediatamente tutti sul regista. Tra le prime a richiedere l’autografo due bimbe, neanche nate quando Rosi ha scoperto il fascino “cinematografico” di Matera.
Il maestro, nonostante il lungo viaggio da Roma, non si sottrae e con estrema cordialità si concede a foto e autografi, senza riserve. Poi, quando è ormai sera tarda, in una piazza San Giovanni gremita, l’abbraccio con l’intera città accorsa ad ascoltare i ricordi del regista, ospite di “Hollywood party”, la trasmissione di Radio 3 che ha chiuso la prima giornata di Materadio. Prima, però, un goccio di wisky sorseggiato ai divanetti del San Domenico, per riprendersi dalle fatiche del viaggio e farsi raccontare, con avida curiosità, com’è cambiata in questi trent’anni Matera. Ai microfoni di Radio 3, Francesco Rosi ricostruisce l’incontro con il libro “Cristo si è firmato a Eboli” di Carlo Levi e com’è nata l’idea di farne un film. Sul filo della memoria la conversazione si allarga anche a Roberto Linzalone e Roberto Andò, altra grande firma del cinema italiano, all’epoca aiuto di Rosi. Ma il protagonista indiscusso è fuor di dubbio Francesco Rosi.
Ed è solo il prequel di quella che è la festa vera che Matera ha in serbo per il regista. Oggi alle 12, infatti, il consiglio comunale, riunito in via del tutto eccezionale a Palazzo Lanfranchi, dove è custodito il dipinto “Lucania ‘61” di Carlo Levi, a Francesco Rosi sarà conferita la cittadinanza onoraria, alla presenza del ministro della Cultura Bray. Un riconoscimento che suggella una lunga storia d’amore ricambiato tra Matera e il regista.
m.agata@luedi.it
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