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POTENZA – Se tutto prosegue con celerità la convalida degli eletti consiglieri regionali dovrebbe avvenire a metà della prossima settimana. Ieri il Tribunale di Potenza ha mandato i verbali alla Corte di Appello. Alle elezioni del 2010 il procedimento dall’arrivo del verbale alla convalida richiese una settimana circa. I tempi dovrebbero essere gli stessi anche in questa occasione.

Insomma la nuova legislatura dovrebbe partire a ridosso della fine feste natalizie e per gli obblighi di legge il primo consiglio non dovrebbe svolgersi prima dell’epifania.

Ma perchè  si è preso tanto tempo il tribunale di Potenza per chiudere il verbale? Per un semplice motivo: i conti non tornano. Non tornano nella sezione di Dragonetti nel Comune di Filiano.

E la questione è delicata. Non per l’esito delle elezioni. Quelle sono andate. Chiuse. Il risultato complessivo non è assolutamente in discussione. Delicata però è la questione che riguarda due candidati del Pdl: Aurelio Pace e Romano Cupparo. Rispettivamente il primo e il secondo dei non eletti. Entrambi fuori dal consiglio, se non fosse che con la probabile scelta del senatore Tito Di Maggio di restare a Palazzo Madama le porte del palazzo della Regione si aprirebbero per il primo dei non eletti. Aurelio Pace. Ma la differenza di voti tra il primo e il secondo è risicata. Ventuno voti. Un niente.

Tanto più che qualcosa nella sezione di Filiano (il paese di origine di Aurelio Pace) non ha funzionato come avrebbe dovuto.

Nel documento ufficiale del Tribunale di Potenza trasferito ieri alla Corte di Appello si legge: “Nel presente verbale, il seggio ha commesso un macroscopico errore nell’interpretazione delle norme, in quanto, laddove l’elettore ha indicato una preferenza, ma non ha barrato il corripondente simbolo della lista provinciale, è stato assegnato solo il voto al candidato e non alla lista correlata provinciale, così conducendo ad una somma di voti per le liste provinciali inferiore al totale delle preferenze relative ai candidati della lista corrispondente”.

Di più, ed è la cosa più grave, c’è discordanza tra i voti delle liste regionali (quelle dei candidati presidenti) e quelli delle liste provinciali dei candidati consiglieri a favore di queste ultime, che non si spiega in alcun modo. Almeno a leggere i verbali di scrutinio dove di tutti quei voti annullati per le liste regionali non c’è traccia.

La differenza è nell’ordine dei trenta voti. Superiori al distacco tra Aurelio Pace e Romano Cupparo. Insomma la questione è seria. Ora la “patata bollente” passa alla Corte d’Appello che si trova sulle scrivanie varie osservazioni del Tribunale di cose che non tornano.

Da parte sua Cupparo non aggiunge commenti, ma ha posto alla Corte alcune osservazioni. In più ha anticipato che nei prossimi giorni presenterà altre “memorie”. Da quanto si è appreso dai regolamenti però la Corte d’Appello verifica solo la regolarità degli incartamenti. Un eventuale riconteggio dei voti sarebbe possibile solo dopo una vittoria al Tar. Ad ogni modo tornando al verbale si apprende anche che il presidente del seggio della frazione di Dragonetti dopo la prima convocazione del Tribunale in cui sono stati già rettificati alcuni numeri è stato segnalato alla Corte di appello per “i provvedimenti di competenza”. Cosa che non promette nulla di buono.

s.santoro@luedi.it

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