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POTENZA – Non tutto è andato perduto per il Movimento 5 Stelle. Un risultato, importante c’è comunque, nonostante l’affermazione al di sotto delle aspettative su tutto il territorio regionale. Ci sono due consiglieri del Movimento nel nuovo consiglio regionale, due persone che arrivano anche dai luoghi dove il movimento ha registrato i risultati più importanti. Stiamo parlando di Giovanni Perrino e Gianni Leggieri. Il primo è risultato eletto con 1168 voti nella lista di Matera. Ed è stata proprio la città a rispondere nel migliore dei modi, consegnando ai pentastellati un 24,20% che gli hanno permesso di diventare il secondo partito nonostante il distacco notevole con il 50,01% dell’intera coalizione di Marcello Pittella. Ma se si sommano i voti di tutta la provincia si resta comunque il terzo partito con un 15,33% a fronte del 55,26% di Pittella.

E poi c’è Gianni Leggieri, di casa a Venosa, dove, guardacaso, si è registrato un altro boom dei 5 Stelle. Qui la lista si ferma al 31,50%, confermandosi come la seconda forza cittadina a fronte del 50,65% della coalizione guidata da Marcello Pittella. E qui Gianni Leggieri è stato eletto grazie 1631 voti. Eppure, almeno per Leggieri i consensi all’interno del Movimento inizialmente non erano proprio plebiscitari. Il neo consigliere regionale prese soltanto 42 voti alle elezioni per la scelta dei consiglieri di Vietri. Arrivò sesto. Diversa invece la questione di  Perrino, che con 26 voti consegnati dagli attivisti materani riuscì ad arrivare secondo. Il primo fu franco Vespe, poi escluso. E alle votazioni per la scelta del candidato presidente non la spuntò contro Piernicola Pedicini. Ed eccolo invece l’insperato successo per l’ingegnere elettronico laureato al politecnico di Bari con un master in nanotecnologie dei materiali polimerici per l’industria chimica preso all’università di Perugia. Successo che, però, arriva da lontano. Nel 2010 Perrino partecipò alle comunali materane, risultando il più votato della lista. Attivista dal 2006 e quindi uno dei punti di riferimento della “scena” a 5 Stelle materana. 

Dall’altra parte c’è Gianni Leggieri che, visto l’andazzo della politica lucana e lo scandalo rimborsopoli potrebbe essere considerato come la nemesi della politica stessa: quarantanove anni, nato a Zurigo, in Svizzera e residente a Venosa. Lavora nella Guardia di Finanza a Napoli. Un controllore che mette piede all’interno del palazzo dei misteri, non si poteva chiedere di meglio ai 5 Stelle che, nonostante la delusione iniziale, annunciano battaglie e controlli, opposizione e attenzione su quanto accadrà in questa legislatura.

Ma il giorno dopo dei 5 Stelle è anche pieno di delusione e di perplessità. La grande partita, indubbiamente, è stata giocata non proprio al massimo delle possibilità. Lo dimostra l’enorme numero dell’astensione, che immancabilmente ha finito per penalizzare proprio loro.

C’era da fare qualcosa di più, soprattutto se si guardano i risultati ottenuti da alcuni dei candidati consiglieri. Un monito al futuro, soprattutto nelle scelte future. Perrino colpisce con forza: «Non sono affatto soddisfatto per ciò che è andato in scena. Rendersi conto del fallimento della politica e registrare un’affluenza ridicola ai seggi (poco più del 47%) è un colpo durissimo all’idea di partecipazione che il MoVimento 5 Stelle vorrebbe vedere realizzata. Non è il momento di festeggiare, né di maledire, né di imbastire discorsi retorici che alla fine non contengono alcun messaggio ma servono a dimostrare che anche chi ha perso in realtà ha vinto e che chi ha vinto in realtà ha perso. Insomma non è il momento di calarsi nella parte dei politici di professione (e non lo sarà mai). Personalmente rifuggo l’idea di essere assimilato a chi ho sempre visto come un avversario da combattere. Purtroppo quel 53%, quella maggioranza che ha deciso di non decidere, di fatto, ha considerato il nostro Movimento alla stregua di un partito come gli altri e non quell’alternativa che in tanti abbiamo cercato di costruire dal 2009 ad oggi. E’ colpa delle TV e dei giornali? E’ colpa del clientelismo? E’ colpa della congiuntura economica? Sì, la colpa è un po’ di tutte queste cose messe insieme. Ma non dimentichiamo anche le nostre colpe, i nostri errori, le nostre sviste, i nostri limiti. Non dimentichiamo che l’autocritica, come la critica in generale, è una risorsa che dobbiamo imparare a maneggiare meglio». lia».

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