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LA SINISTRA unita, autonoma dal centrosinistra piace. Sembra questo il responso del voto che si profila in questa tornata di elezioni regionali, in cui il vero vincitore è senza dubbio il non voto. La coalizione Basilicata 2.0 guidata dalla giovanissima segretaria regionale di Sel Maria Murante che raggruppava sotto le sue insegne, insieme a Sinistra ecologia e libertà, Rifondazione Comunista e il Movimento Di Bello, “ripudiato” dal M5S, viaggia intorno ad un buon 5% (punto più punto meno). In bilico tra Potenza e Matera l’assegnazione del seggio in consiglio che comunque Basilicata 2.0 si sarebbe aggiudicato. Tutto, come sempre si gioca sul filo di lana, ma per Maria Murante è in ogni caso un successo. Anche personale. In provincia di Matera, a spoglio ancora in corsa, sia la lista regionale di Basilicata 2.0 sia la listra provinciale di Sel viaggiano con un punto percentuale in più rispetto a Potenza. E più che positivo il risultato della Murante nella sua Ferrandina, in cui, con oltre il 16%, Basilicata 2.0 è la seconda forza più votata, dopo la coalizione di Pittella. Se sarà festa piena è ancora prematuro dirlo, intanto al circolo Arci Linea Gotica, dove Maria Murante ha fissato il suo quartier generale si attende la fine dello spoglio tra una birra e un panzerotto caldo. Si attesta intorno all’1% il Partito comunista dei lavoratori che correva con Florenzo Doino candidato presidente e una sola lista provinciale nella circoscrizione di Potenza. A Matera, invece, il Pcl non era riuscito a raccogliere le firme per poter presentare la lista provinciale. «Un risultato più che soddisfacente – ha commentato Carlo Agata Giannoccari, candidato nel listino e nella lista provinciale di Potenza- considerato il calo sostanzioso di elettori rispetto all’ultima tornata elettorale che ci ha visto in campo (le Politiche del febbraio scorso ndr). In un clima di disaffezione generale nei confronti della politica regionale – spiega il giovane esponente del Pcl – aver confermato pressochè gli stessi voti, per noi significa aver mantenuto il consenso espresso nei confronti nel nostro partito, nonostante la presenza di Basilicata 2.0 autonoma dal centrosinistra ci abbia eroso qualche voto rispetto alle passate regionali, in cui Rifondazione comunista e Sel erano in coalizione con il Pd».
Il risultato migliore per il Pcl, ovviamente a Bella, la cittadina del candidato presidente Doino: qui la percentuale vola oltre il 30% , consentendo ai Comunisti dei lavoratori di attestarsi come primo partito. Ma è una performance isolata che non consente comunque al Pcl di conquistare neanche un seggio nel prossimo consiglio regionale.
Sotto tono il risultato della lista la Rosa nel pugno. La candidatura della ex parlamentare, eletta nel 2008 nella delegazione Radicale nel Pd, Elisabetta Zamparutti evidentemente non ha acceso l’entusiasmo dei lucani, più propensi a restarsene a casa per manifestare il proprio dissenso che optare per forze politiche alternative. Per la Rosa nel pugno, insomma, le firme raccolte per potersi presentare alle Regionali, sono state quasi più dei consensi raccolti nelle urne. La guerra mediatica e di carte bollate scatenate contro alcune liste concorrenti, Sel in particolare, accusate dai Radicali di violazioni formale nella raccolta delle firme, a quanto pare, non ha prodotto alcun vantaggio in termini di consenso. Anzi, sembra, a guardare i risultati che abbia prodotto l’effetto contrario con Sel che si attesta come quarta forza regionale, dietro al centrosinistra guidato da Pittella, il centrodestra da Di Maggio e il Movimento 5 stelle, comunque molto al di sotto rispetto a quanto le piazze riempite da Grillo, prima del vot, avevano fatto immaginare.
m.agata@luedi.it
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