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MATERA – «Non si poteva consumare alcuna rottura con il Pd tantomeno per salvare Luca Braia che sembrava diventato l’unico ostacolo per questo accordo». Così l’attuale assessore regionale alle Infrastrutture spiega le ore immediatamente precedenti all’accordo che ha dato il via libera alla candidatura di Marcello Pittella nel centrosinistra. Braia chiarisce che «voterà e sosterrà la lista del Presidente» e spiega anche che «non siamo stati chiamati alla composizione delle Liste del Pd ed anche coloro che, vicini a noi, si erano proposti in direzione provinciale non sono stati tenuti in considerazione dalle pratiche istruite in direzione regionale dove sono emersi dei nomi che non erano stati nemmeno proposti a livello provinciale».

E’ puntuale la ricostruzione di Braia sugli ultimi avvenimenti e anche la conferma della necessità di ritrovare il massimo dell’unità all’interno del Partito Democratico. Unità che evidentemente ad oggi assolutamente non c’è viste le forze in campo e la doppia campagna elettorale in atto.

Cosa è successo quel sabato in direzione regionale e nella  notte successiva che ha portato al passo indietro ed all’accordo sul nome di Pittella?

«I progetti politici che si erano confrontati nelle primarie avevano differenze in termini di inclusività del centrosinistra mentre altri preferivano un recinto bloccato e meno aperto. Abbiamo provato a declinare rinnovamento e cambiamento ma i criteri dovevano essere indicati per tempo. Mentre ci sono stati tre mesi di silenzio mentre discussione andava aperta prima e poi non c’è stata chiarezza su questo presunto cambio di fase. E’ sembrato che quella proposta di discontinuità non si potesse limitare solo al Consiglio regionale ma doveva andare più in profondità. Una scelta semplificistica che appariva anche strumentale».

Ed allora cosa è successo?

«C’è un momento in cui c’è la responsabilità della politica, la proposta su cui abbiamo lavorato nelle primarie punta a cambiamento, rinnovamento delle modalità di decisione della politica. Non si poteva rompere rapporto con il Pd, tantomeno se doveva ridursi, come hanno tentato di fare, tutto ad una questione che riguardava Luca Braia».

Su quali basi si è fatto quest’accordo?

«Si è lavorato per allargamento del centrosinistra con elementi di inclusività, la possibilità di fare una lista del Presidente per aprirsi alla società e la difesa delle prerogative del Presidente nel momento succesivo, nella scelta della giunta».

Ma oggi quest’unità è reale o solo di facciata?

«Mi auguro che si recuperi senso di unità complessiva».

 E perchè avete preferito non entrare, come componente nella lista del Partito Democratico?

«Semplicemente perchè non siamo stati chiamati a composizione delle liste del Pd, addirittura c’erano dei nostri candidati che avevano avanzato su proposta dei circoli la propria candidatura. Mi riferisco a Franco Auletta o a Filippo Luberto di Grassano ma in direzione regionale quelle pratiche non sono state nemmeno istruite e sono usciti nomi di cui la direzione provinciale non aveva mai parlato. Io attendo di capire perchè si sono consumati questi passaggi, mi sarebbe piaciuto capire e condividere».

Ma adesso lei fa campagna elettorale per il Pd o per la Lista Pittella?

«Io non vedo questa divergenza tra una cosa e l’altro perchè comunque si lavora in un ambito unico e per un obiettivo comune. Io voterò per la Lista Pittella che può avere la sua agibilità politica e che può dare un contributo. Poi ci sarà da trovare un unicum all’interno del Partito Democratico. Almeno così mi auguro».

In realtà si vede un quadro politico simile a quello delle primarie. Nel Pd i sostenitori di Lacorazza e nella Lista Pittella quelli del Presidente. Il candidato è unico ora ma le differenze e le distanze sembrano intatte. E’ corretto?

«E’ una semplificazione del quadro politico ma in realtà io mi sarei aspettato un maggiore coinvolgimento. Un momento in cui si condividessero azioni di tipo elettorale.

In realtà invece si continuare a praticare un modo superato dalla realtà e dai cittadini di fare politica. Non si accetta che il Pd deve aprirsi ed eliminare gli steccati. Lavorerò per questo e il mio impegno sarà per un Pd che cambi profondamente».

In questo momento il pericolo maggiore in un clima di preoccupazione e sfiducia è davvero l’astensione. Un fenomeno che rischia di avere la meglio?

«Una parte del Pd ha acquisito consapevolezza se oggi ci sarà fenomeno ridimensionato di voto di protesta sarà per modalità nuova che c’è con le primarie.

Io da cittadino sento questo rischio e per questo credo ci si debba aprire al protagonismo di tutti.

L’altro sfogo potrebbe essere, in termini di protesta il voto al Movimento 5 Stelle. Un pericolo?

«Non credo che nè Movimento 5 Stelle nè astensionismo possano essere vissuti come momenti di paura o di timore.

Anzi attendiamo che questo messaggio di protesta si evolva in proposta e riflessione. Io faccio appello ai cittadini affinchè facciano una scelta consapevole».

Parliamo di Matera, la protesta spesso si determina anche sui territori e soprattutto il concetto di materanità è uno sfogo classico all’insoddisfazione diffusa?

«Oggi Marcello Pittella è la garanzia per le politiche che guardano a Regione in quanto tale e come punto di valorizzazione delle risorse e delle peculiarità del territorio. Pittella lo ha già fatto su Valbasento, su Metapontino, spingendo per la città di Matera. Bisogna eliminare queste convenzioni che portano a dividere le risorse in termini di popolazione secondo schemi ragionieristici, due terzi ed un terzo ma piuttosto concentrarle per sfruttare le diverse peculiarità che i territori possono esprimere, seguendo delle linee di sviluppo e strategiche.

Bisogna ragionare in termini più complessivi, è anche il concetto che si è voluto esprimere sulle royalties non per penalizzare qualcuno ma per affermare la possibilità di uno sviluppo più complessivo della regione».

Chiudiamo con le infrastrutture, anche lì c’è uno sbilanciamento di interventi verso Potenza?

«Si tratta di interventi attesi da tempo, importanti dalla Tito Brienza alla Potenza-Melfi fino alla messa in sicurezza dei viadotti sulla Potenza-Sicignano. E’ chiaro che ci sono priorità anche nel Materano a cominciare dalla Matera-Ferrandina ma bisogna prima arrivare ad un grado esecutivo dei progetti in modo poi con le risorse di poterli appaltare e realizzare. Passi che adesso potremo pensare di fare con scelte importanti e necessarie.

In questo senso voglio ricordare che sono stati sbloccati 50 milioni per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, c’è stato un grande lavoro di efficientamento, verifica delle richiesta che ha aumentato gli interventi e adoperato al meglio le risorse con proporzioni capovolte in termini di assegnazioni ai due capoluoghi. In base alle necessità».

p.quarto@luedi.it

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