TREBISACCE (CS) – Mette in vendita un rene per consentire alla sua famiglia, moglie e figlio adolescente, di continuare a vivere in modo dignitoso. Anche questo, al di là della volontà estrema di chi vuole vendersi un rene, rappresenta un disperato appello affinché si ponga fine al poco dignitoso rapporto che il Governo italiano e la Regione Calabria continuano ad avere con i Lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità. La storia di Giacinto Oriolo, una laurea in giurisprudenza conseguita a San Marino, attualmente inoccupato, è tutta racchiusa nel pagamento mancato degli stipendi e salari di Lsu e Lpu, per i quali Oriolo chiama in causa Regione e Comune di Trebisacce, definendo “immorale” il modo di trattare questi lavoratori che da 20 anni ormai sono precari per i quali non vengono versati neanche i contributi e vivono in un continuo stato d’ansia non avendo certezze sul loro domani.
La famiglia Oriolo vive con il solo stipendio di Lpu della moglie che, se viene a mancare o se ne viene semplicemente ritardato il pagamento, va in crisi. “Come si fa – riferisce Oriolo – con un bambino piccolo a rimanere 2/3 mesi senza stipendio? Ecco perché, vendendo il rene, io riesco a mantenere la famiglia almeno per un po. Il tempo necessario alla Regione per trovare i 20 milioni necessari ad assicurare salari e stipendi fino al 31 dicembre”.
Giacinto Oriolo è convinto che appena verrà pubblicato l’articolo, saranno in tanti a farsi vivi per ottenere quel rene messo in vendita che l’avvocato è disposto a donare in qualsiasi angolo d’Italia. “Io sono stato vittima di usura e racket – riferisce Oriolo -, ho denunciato tutto ma lo Stato mi ha lasciato solo, nella disperazione più totale. Oggi mi sento fallito come uomo e come padre. Questa è la vera, dura e cruda realtà mia personale ma penso di tanti altri. Il mio rene da oggi è in vendita!”. Oriolo, una volta imprenditore agricolo benestante, dimostra di non avere la benché minima fiducia nella politica e nelle istituzioni che, per la vicenda legata agli Lsu e Lpu, “non si rendono conto di trovarsi di fronte ad una vera emergenza sociale ed economica che non si risolve con false promesse e continui rinvii della soluzione del problema”. Da quanto riferitoci, Giacinto Oriolo avrebbe preso contatti con la segreteria dell’Assessorato la lavoro e con quella di un altro assessore regionale, ottenendo, da entrambi di Dipartimenti, la speranza che ai comuni vengano elargiti i fondi per Lsu e Lpu non prima della fine di gennaio 2014.
“Tutto questo è immorale” dice Oriolo riferendoci la notizia e sostenendo che non vi è in programma alcuna convocazione del consiglio regionale per approvare la copertura finanziaria per le spettanze dei lavoratori a tutto il mese di dicembre. Oriolo non risparmia critiche neanche al sindaco Francesco Mundo che a suo dire, potrebbe accendere un mutuo e far fronte al pagamento di Lsu e Lpu in servizio presso il comune di Trebisacce. Per correttezza di informazione, ricordiamo che Mundo è stato solidale con Lsu e Lpu che venerdì scorso hanno incrociato le braccia, ricordando di avere anticipato fondi per il pagamento degli stipendi con l’anticipazione di cassa e che la banca creditrice ne ha chiesto la restituzione entro dicembre. Al di là della decisione di mettere in vendita un rene, il problema sollevato da Giacinto Oriolo è di natura morale e sociale: se un lavoratore presta la sua opera, ha il sacrosanto diritto di essere retribuito. E non parliamo di stabilizzazione dopo 20 anni di precariato perché apriremmo un altro capitolo di un’annosa vicenda che al momento non ha alcuna risposta valida. Intanto la protesta degli Lsu continua ad oltranza e nello Jonio è quanto mai sentita.