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POTENZA – Maria Murante e la sinistra non fanno sconti a Marcello Pittella e a tutto il Pd. Quasi come se non fosse la destra il “nemico naturale” ma il resto del centrosinistra, il Pd e i suoi sostenitori. E non si fa sconti su rimborsopoli, sui risultati politi e sociali ottenuti fino ad oggi. È una bocciatura totale. C’è, chiaramente, soltanto da cambiare pagina. E anche sulla questione magistratura si ha qualcosa da ridire.
Ieri alla presentazione dei candidati di Sel e della lista regionale “Basilicata 2.0” si respirava un’aria di certezze. Maria Murante, candidata e coordinatrice regionale del partito è categorica. Niente larghe intese, al massimo lavorare sulle proposte, «il confronto è questo. Come opposizione saremo responsabili». Emilia Simonetti, della segreteria di Rifondazione Comunista è quella che va giù dura: «Rimborsopoli rappresenta quel granello di sabbia che ha inceppato il sistema, bisogna ricordarsi che si va alle elezioni per questo. Certo, bisogna far ritrovare la fiducia ai cittadini ed è una sfida difficile. Ma bisogna anche ricordarsi che Pittella è un indagato, lo è anche De Filippo per una questione di francobolli. E in tutto questo ci troviamo in una regione amministrata male, indebolita, consegnata allo sfruttamento dei petrolieri. Il nostro è un obbligo morale che ci oppone ad un sistema che ha corrotto le coscienze».
Altro discorso la questione dell’esclusione della lista “ Liberiamo la Basilicata”. In conferenza c’è anche Giuseppe Di Bello, il candidato “epurato” dai 5 Stelle e poi freddato anche dal Tar e dal Consiglio di Stato. «La magistratura – dice – ha usato due pesi e due misure, con una discriminazione di carattere politico e non giuridico. Ci appelleremo al Presidente della Repubblica». Si ritorna all’esclusione dai 5 Stelle: «Grillo è un tiranno dittatore. Sono stato condannato a due mesi in primo grado per aver diffuso notizie utili ai cittadini, mentre lui di condanne ne ha molte».
Su questo punto interviene anche la Murante: «Le istanze della lista di Di Bello, così come quelle di Rifondazione Comunista, delle associazioni che ci sostengono e dei cittadini saranno portate avanti dai nostri candidati». Ma sulle sentenze si cerca di approfondire ulteriormente. «La decisione su Di Bello potrebbe anche essere giusta, se non fosse che la lista di Pittella è stata giudicata differentemente. È chiaro che c’è stata una differenza sostanziale di trattamento, da una parte un approccio sostanzialista, dall’altra puramente formale che ha portato poi all’esclusione».
Intanto la posizione di Sel è chiara: «Rifondare una sinistra ormai al capolinea. Abbiamo sempre dimostrato di saper mantenere una certa autonomia. Siamo disposti a costruire e i fatti lo dimostrano. A noi non interessano le poltrone».
La base di partenza è il reddito minimo garantito non solo per i disoccupati ma anche per i precari e i lavoratori senza reddito, o con un Isee inferiore agli ottomila euro.
E ancora, migliorare l’accesso al credito, incrementare le nuove produzioni agricole orientandole sul biologico e lavorare a tutela del patrimonio ambientale. Sul petrolio la linea è netta: stop alle astrazioni con una proposta di legge “non farsa”. I giacimenti da mantenere come riserva strategica e una legge regionale che proponga l’abbassamento delle soglie di emissione e un piano di monitoraggio della qualità dell’aria con centraline sigillate fisse.
A questo si aggiunge anche la questione sulla mobilità sostenibile e le energie rinnovabili. Fondi quindi per veicoli elettrici ed ibridi, sviluppo dell’eolico ed incentivi sull’efficienza energetica, abbattimento Iva per installazione del solare e termico. Insomma, di proposte ce ne sono ma sul piano politico il Pd si potrà scordare le larghe intese. E domani alle 10 al Park Hotel saranno presentate le liste provinciali.
v.panettieri@luedi.it
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