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POTENZA – Sono le ultime ore di tensione per i democratici lucani. Dal tavolo del centrosinistra in programma per questo pomeriggio dovrebbe finalmente arrivare la conferma o la smentita alla possibilità di un accordo per un Pd unito e una coalizione compatta guidata da Marcello Pittella.
Dopo il vertice dello scorso venerdì a Roma con i dirigenti del partito nazionale, scade in queste ore la “pausa di riflessione” che le parti si sono date per decidere sulle proposte messe in campo emerse dalla riunione. Non un accordo – sono i chiarimenti che arrivano a 24 ore di distanza – ma un confronto che si è svolto in un clima sereno e che ha lasciato intravedere una mediazione possibile. O almeno così sembrava. Perché a poche ore dal termine della riunione è sembrato subito che le due aree contrapposte avessero fatto un passo indietro, se non totale, almeno parziale.
E per quanto il segretario regionale, Vito De Filippo, si sia detto ieri fiducioso sulla possibilità di una mediazione che si sarebbe giocando su dettagli «non insuperabili» (giudizio condiviso anche dal senatore Margiotta), le dichiarazione pronunciate alla vigilia della giornata che dovrebbe essere risolutiva sono sembrate tutt’altro che pacifiche. A partire da quelle di Marcello Pittella, che ieri ha trascorso un’altra giornata romana. per incontrare, sembra, Matteo Renzi, insieme al fratello Gianni.
L’ex assessore, legittimato dal nazionale nella sua corsa da candidato ufficiale del Pd, e dopo aver incassato l’apertura su una lista del presidente – tra l’altro proposta da uno dei suoi principali oppositori, ovvero il deputato Vincenzo Folino – ieri pomeriggio è tornato ad alzare il tono della discussione: «Tatticismi dell’ultima ora e ripiegamenti strumentali contribuiscono a imbarbarire il clima pre elettorale, non fanno bene alla politica e non fanno bene alla Basilicata», scrive in una nota. Insomma, a giudicare da queste parole, del clima di serenità che avrebbe caratterizzato il vertice romano davanti ai dirigenti del partito nazionale sarebbe rimasto poco o nulla. «Va preteso – aggiunge pure – un atteggiamento responsabile da parte di tutti che restituisca priorità alle esigenze delle comunità lucane che hanno indicato chiaramente, attraverso il voto, una strada da seguire. Un voto che esige rispetto».
Dichiarazioni che lasciano ancora in piedi la possibilità di una rottura. E che dall’altra parte non vengono avvertite con molto ottimismo. E a replicare per tutti è proprio Vincenzo Folino: «Il Pd ha riconosciuto in Pittella il proprio candidato e gli ha offerto la possibilità di tenere insieme il partito nel rispetto delle regole che lo stesso partito si è dato nell’assemblea dello scorsa domenica. Gli è stato offerto un ramoscello di ulivo, ora spetta a lui decidere. Ora spetta a lui decidere». Su cosa si gioca questa ennesima partita, è presto detto. La proposta giunta dal partito, su iniziativa dello stesso Folino, è quella di una lista del presidente che gli consentirebbe una certa libertà di manovra rispetto alle candidature rispetto a un allargamento della coalizione.
Ma Pittella, a questo punto, avrebbe rilanciato con la richiesta di più liste collegate. Opzione questa che troverebbe lontano il partito, e in primis proprio il deputato di Pietrapertosa: «Bene la possibilità di allargare la coalizione attraverso la lista del presidente ma è impensabile pensare di legittimare i soliti meccanismi delle liste con porte girevoli o nido del cuculo. Non si può pensare di portare dentro amministratori che provengono da altri partiti». L’altra richiesta avanzata dal candidato presidente è una deroga rispetto al documento approvato dall’assemblea di domenica che prevede il totale rinnovamento dei candidati: ovvero la candidabilità dei consiglieri con una sola legislatura, e nel caso specifico, Luca Braia e Pasquale Robortella.
E la risposta dovrà arrivare dalla riunione di coalizione di questo pomeriggio, dopo il giro di consultazioni del segretario De Filippo con i dirigenti del partito democratico. Con la consapevolezza che il via libera agli indagati, provocherebbe la rottura con Sinistra ecologia e libertà, Verdi e Rifondazione. Ma Pittella guarda già ad altri possibili alleati. E in particolare sul tavolo oggi verrà portata pure l’ipotesi di aprire a “Realtà Italia” del consigliere Enrico Mazzeo Cicchetti e ai socialisti cosiddetti “ribelli”. Insomma, tutto è legato agli equilibri dell’ultima ora e in casa dei democratici ancora tutto è possibile. Tanto che le due aree contrapposte non hanno smesso di pensare a soluzioni alternative in caso di definitiva rottura.
A questo punto solo l’esito della giornata di oggi potrà rivelare se qualcuno ha solo giocato a fare la pace, sentendosi più forte da solo che non un altro che non convince fino in fondo.
m.labanca@luedi.it
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