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POTENZA – Difficile per uno sceneggiatore di thriller immaginare una sceneggiatura più ingarbugliata. Accordi sì. Accordo forse. Accordo no. E’ rottura. Più di prima. Insomma si è passati in poche ore da uno scenario all’altro con una serie di colpi di scena una dietro l’altro.
Insomma la riunione a Roma voluta dai quadri nazionale del partito democratico e favorita a livello regionale da Vito De Filippo per tentare di trovare un accordo tra Marcello Pittella che ha vinto le Primarie e la maggioranza del Pd si è svolta come previsto.
Zoggia e Lotti hanno fatto da garanti per la segretaria nazionale. Gli “sfidanti” lucani invece erano De Filippo, Folino, Margiotta, Antezza e lo stesso Pittella. La riunione è durata due ore circa. Dalla Basilicata tutti erano in attesa di notizie. E puntuali hanno iniziato a circolare. Il più veloce è stato il deputato Salvatore Margiotta che con un tweet ha fatto comprendere che era stato raggiunto. Nessun dettaglio ma la notizia stringata di un accordo di cui lo stesso Margiotta si diceva “contento”. Con il passare dei minuti la notizia ha preso sostanza. Confermata a vari livelli. Nessun dettaglio però sul tipo di accordo. Ma che si fosse trovata una quadratura nessuno lo metteva in dubbio. Tanto più che lo stesso Pittella in una nota su Facebook ha dichiarato a caldo: «Esco dall’incontro di questa mattina con la soddisfazione di aver portato a casa il dovuto riconoscimento politico dell’esito delle Primarie. Stiamo lavorando per un’unità responsabile che avvicini le posizioni, affinché a prevalere siano le ragioni del bene comune». Insomma accordo non proprio ma trapela ottimismo.
Nel frattempo i pessimisti si spingevano al massimo: «Mancano ancora i dettagli». Ma tutto faceva pensare che fosse una questione di ore. Magari qualcuna in più. E così le notizie arrivano più puntuali: «C’è un passaggio delicato previsto per domenica pomeriggio (domani ndr) all’interno del tavolo del centrosinistra ma nel Pd è tutto più chiaro».
In pratica la versione più accreditata era che Pittella prendesse tempo per consultarsi con i “suoi” e arrivasse in serata a Potenza per incontrare i vari Falotico, Mollica, Singetta, Vita e tutti gli altri che lo hanno sostenuto alle Primarie. Fosse stato così sarebbe stato un passaggio plausibile e tutto pareva “filare” nel solco di una possibile chiusura della querelle in un paio di giorni. Tanto più che anche le agenzie di stampa nazionali ancora alle 19 davano in dirittura d’arrivo l’intesa finale.
Ma. In questa vicenda e cioè nel post Primarie del centrosinistra di Basilicata i ma non mancano mai. Nemmeno in questa occasione che pareva fosse la volta buona. No. Sebbene per ore l’accordo non fosse mai stato messo in discussione e addirittura iniziavano a circolare anche i dettagli dell’intesa a un certo punto tutto è tornato al punto di partenza. Anzi, anche più dietro. Perchè le parti appaiono ancora lontanissime, i giorni passano e il Pd si è giocata anche la carta romana senza arrivare a uno sblocco della situazione.
E’ stato proprio l’entourage di Marcello Pittella ha raffreddare i facili entusiami: «Non c’è nessun accordo. Tutto quello che sta circolando in queste ore sono sciocchezze». Un colpo di scena in piena regola. Insomma altro che lista del presidente dove Pittella poteva candidare i suoi e forzare il no del Pd regionale a nessun consigliere regionale uscente nella lista ufficiale del Pd. E altro che accordo anche sul listino con spazio ai desideri degli alleati. Nulla di tutto questo.
Eppure per ore in molti del Pd si erano attardati in calcoli, e scenari. In pratica un mistero.
Di certo c’è che Pittella ha incassato l’ennessima investitura da candidato ufficiale. Per il resto tutto è uguale. Il documento dell’assemblea del Pd di domenica scorsa fissa i paletti del no alla ricandidatura dei vari Braia, Robortella, Dalessandro. L’ipotesi dell’accordo parlava di una loro possibile candidatura proprio nella lista del presidente, ma dalle fonti ufficiali di Marcello Pittella (che ieri sera era a Roma a cena con il fratello Gianni e non a Potenza come dicevano in molti) è arrivata una secca smentita: «Nessuna lista del presidente. Nessun accordo sulla modalità della scelta dei candidati nel listino». E ancora: «Resta tutto come prima». In pratica la posizione ufficiale di Marcello Pittella prevede l’allargamento della coalizione con liste civiche espressione del voto delle Primarie e nessun recinto alle candidature degli indagati di rimborsopoli ma un approfondimento caso per caso. Insomma la situazione resta attaccata a un filo e già da oggi sono previsti nuovi incontri e nuovi vertici a tutti i livelli. Ma l’accordo è ben lontano dall’esserci. Questo è poco ma sicuro. Come è certo che il chiacchiericcio seguito alla fine dell’incontro non ha favorito la distensioen degli animi ma il contrario.
s.santoro@luedi.it
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