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POTENZA – Ieri è andato in onda uno psicodramma, una cosa mai vista e difficilmente interpretabile. Un fatto che chiarisce anche diversi aspetti: la democrazia diretta tanto urlata da Grillo è una bufala enorme. Lo è perché il portale dove votare è un esperimento raffazzonato, perché lo staff nazionale non sembra fare il suo lavoro di analisi delle “schede” dei candidati a priori e in maniera trasparente, perché non dà motivazioni ma fa volare diktat come se fossero fiocchi di neve, perché non permette agli attivisti, di esprimere e decidere con una piattaforma regionale e, dulcis in fundo, mantiene segreti i risultati del voto, nonostante in Senato i suoi danno battaglia per promuovere il voto palese sulla decadenza di Berlusconi. Quale democrazia è questa? Ieri è andato in scena uno spettacolo surreale fin dall’inizio: a prima mattina sulle poste elettroniche degli abilitati al voto in Basilicata (ovvero gli iscritti al 30 giugno 2013) è arrivata la comunicazione: si vota il giorno stesso dalle 10 alle 17, online, sul portale “sistemaoperativom5s.beppegrillo.it”. Il portale è accessibile solo ai residenti certificati e iscritti entro la data. Il voto comincia. Già dall’inizio si capisce che la sfida è a due tra Giuseppe Di Bello e Piernicola Pedicini. Alle 17 in punto la pagina del sistema è solo un foglio bianco. Mezz’ora dopo arriva la comunicazione scarna, senza numeri, senza un elenco di utenti che hanno votato, in un minuscolo post scriptum quasi illeggibile: “La votazione on line per il Portavoce Presidente in Basilicata si è conclusa. Ha partecipato il 60% degli iscritti certificati in Basilicata. Questi i risultati: 1. Giuseppe Di Bello – 2. Piernicola Pedicini – 3. Gabriele Di Stasio – 4. Giovanni Perrino – 5. Angela Calia”.
Di Bello quindi sarà il candidato governatore del Movimento 5 Stelle in Basilicata. Si comincia a festeggiare. Poi, la doccia fredda su facebook e in un altro minuscolo post scriptum sul sito di Grillo: «A causa di irregolarità nella presentazione dei documenti della candidatura del primo votato, viene nominato Portavoce Presidente per la Basilicata il secondo: Piernicola Pedicini».
È chiaro che l’irregolarità contestata è la condanna che Di Bello ha ottenuto per aver divulgato i dati sull’inquinamento della diga del Pertusillo. E qui scoppia la bomba: lo staff ha controllato se le carte dei candidati fossero in regola soltanto dopo la votazione. Facendo così ha drasticamente abbattuto la percentuale di partecipanti al voto, esclusi in blocco i votanti di Di Bello, lo zoccolo duro che ha già annunciato di non voler più votare il Movimento. Vito Petrocelli esprime la sua perplessità via Twitter ma la base è su tutte le furie. Chiedono nuove elezioni o che Piernicola Pedicini si faccia da parte quantomeno per fare in modo che si ripeta tutto. Sotto il post di Grillo gli animi sono pessimi: “Adesso capiamo perché – si legge – solo stamane siamo stati avvisati via email delle elezioni odierne, per diminuire la possibilita di partecipazione, siamo scioccati , non pensamo si arrivasse così in basso. È tutta una presa in giro. Chi specula sulle speranze di cambiamento è peggiore degli avversari». E poi c’è il profetico Filippo Ambrosini, attivista e candidato consigliere, che sul forum mezz’ora prima del disastro racconta per filo e per segno cosa è accaduto poi. In serata insiste: «Il MoVimento 5 Stelle lucano si trasformerà in un inferno, tutti contro tutti (e non sarà successo tutto per caso). Per evitare un flop lo staff, avvallato probabilmente dai nostri portavoce, riterrà opportuno ritirare la lista dalla regione».
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