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POTENZA – Il giorno dopo stemperata la rabbia, rimane l’amarezza. Rimane la sfiducia. Rimangono le critiche. Rimangono lo parole: «Hanno delegittimato le primarie». Lo dice Luca Braia. L’assessore regionale Luca Braia che ha sostenuto alle scorse Primarie del centrosinistra, Marcello Pittella. Braia a un certo punto dell’assemblea ha perso le staffe. Lo si è visto impegnato in una discussione a dir poco animata con Antonio Luongo all’esterno dell’Hotel Vittoria.
Passate 24 ore, Braia, usa toni molto più pacati ma la sostanza non cambia. L’assessore materano che ha concorso in maniera determinante all’affermazione di Pittella si lamenta: «Credevo che il Partito democratico fosse un partito inclusivo e aperto. Invece ieri abbiamo assistito a uno spettacolo degno di un partito antico e arroccato». «Un partito – aggiunge Luca Braia – che si è dimostrato incoerente».
In pratica, l’assessore riprende la questione da dove si è interrotta l’assemblea e spiega: «Hanno messo in atto delle forzature per schiacciare l’esito dell’assemblea in modo che il nostro risultato salle primarie fosse svilito. Fosse delegittimato. La prima forzatura è stato quel documento che hanno strumentalmente allegato alla votazione sulla segreteria regionale».
Insomma la questione resta tesa. Braia smentisce categoricamente anche che la presentazione del secondo documento sia stato un modo per aprire una mediazione: «Non l’hanno approvato ovviamente. Ma addirittura lo hanno bocciato. Non si sono astenuti come avevamo fatto noi sul loro. Si sono dimostrati chiusi e arroganti».
Insomma altro che accordo come invece vorrebbe far credere qualcuno. La situazione rimane complicata e le parti distanti. E quindi Braia non può che esprimere rammarico e delusione: «Mi ha fatto effetto che il vincitore delle Primarie e quindi candidato presidente non sia stato salutato da un applauso all’ingresso nella sala dell’assemblea. Niente. Una freddezza estrema dal significato inequivocabile. Oltretutto la presidente Bona a mio modo di vedere doveva almeno interrompere i lavori un attimo per annunciare l’arrivo di Marcello. Invece nulla nella più totale indifferenza. Gia questo è stato un brutto inizio».
Ma cosa accade ora?
Il politico di Matera esprime preoccupazione. «Non so. Spero che non accada qualcosa di brutto. Ora è necessario anzi è fondamentale che De Filippo accetti di incontrare al più presto Marcello Pittella».
Sugli scenari però Luca Braia non abbassa la guardia anzi. E’ consapevole che «per rimettere le cose nel verso giusto e democratico servirebbe far finta che l’assemblea ancora non si è svolta e ricominciare da capo. Non è così. C’è quel documento loro che mette degli ingiusti e immotivati paletti. Io non capisco. Chiedono il rinnovamento totale del consiglio regionale ma è una contradizione e una strumentalizzazione. Se non vanno bene i consiglieri regionali uscenti allora non devono andare bene anche tutti gli altri livelli istituzionali. Nessun ricandidato alla regione? Bene. Ma allora nessun parlamentare deve ricandidarsi e così a tutti i livelli istituzionali. Non c’è altra via. Altrimenti rimane chiaro che questo è un pretesto per mettere in un angolo chi invece è stato votato dalla maggioranza dei lucani. Mettere alla berlina tutti coloro che credono in un vero rinnovamento che è stato sostenuto dalla gente».
E quindi l’avvertimento di Braia: «Se non ci cancella immediatamente questa brutta pagina di democrazia tutto è a rischio. Può accadere di tutto».
Anche una scissione? Braia conclude deciso: «Non è da escludere».
s.santoro@luedi.it
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